Filosofia sul divano

Conoscere per capire

 [ITA] Racconti di filo-sofia II° 

ITA:

Ciao, siamo Gioele e Mario. Ci occupiamo di filosofia, comunicazione e consulenza filosofica e di tutto ciò che riguarda l’ambito dell’educazione sentimentale. Per molto tempo abbiamo partecipato a progetti di formazione in ambito di disabilità. Abbiamo molte passioni e una tra queste è quella di scrivere a quattro mani con l’amico Mario quella saga che abbiamo soprannominato “Racconti di Filo-Sofia”. In questo Kickstarter raccontiamo la nostra passione e il nostro modo di pensare diverso, attraverso gli occhi di Sofia che rappresenta l’unione perfetta tra la capacità umana di essere più partecipi della vita che viviamo, capiamo e comprendiamo. Il progetto si articola in maniera molto semplice. Abbiamo bisogno del vostro sostegno per rendere possibile la realizzazione dei Racconti di Sofia. Casualmente scoprirete cosa significa cuore e realtà attraverso gli occhi della piccola Sofia che combatte contro il tempo. Il tempo è proprio una persona. Il progetto Kickstarter si propone di raccogliere i fondi necessari per pubblicare il secondo libro della saga “Racconti di Filo-Sofia” dal titolo “Racconto II ‘L’occhio del Ciclope'”. I fondi serviranno per coprire le spese di editing, impaginazione, stampa e promozione del libro. A seconda dell’importo della vostra donazione, potrete ricevere ricompense speciali come:

• L’ebook e la copia cartacea del libro

• Copia del primo libro dei racconti di filo-sofia: L’apertura della caverna.

• Segnalibro con citazione personalizzata

• Lucina da lettura personalizzata

• Biglietti per la presentazione del libro con firmacopie degli autori

• Menzione speciale nel libro e tra in contributori

• Cena con gli autori 

Date il vostro contributo e fate parte anche voi di questa grande avventura! Insieme possiamo far tornare la magia dei Racconti di Filo-Sofia. Per maggiori informazioni sulla campagna Kickstarter e sulle ricompense, visitate la pagina del progetto.

Grazie mille a tutti per il vostro generoso supporto. La campagna Kickstarter termina tra 30 giorni. Forza, cosa aspettate? Correte a donare e a far parte anche voi dei Racconti di Filo-Sofia! Un grazie di cuore a tutti voi per il vostro generoso supporto. Gli autori Gioele Pio Fragale e Mario Guarnera.

 [ENG] Tales of filo-Sofia II° 

ENG:

Hi, we are Gioele and Mario. We are involved in philosophy, communication and philosophical counseling and everything related to the field of sentimental education. For a long time we have been involved in training projects in the field of disability. We have many passions and one of them is to write four-handedly with friend Mario that saga we have dubbed “Tales of Philosophy.”

 In this Kickstarter we tell about our passion and our way of thinking differently, through the eyes of Sofia who represents the perfect union between the human capacity to be more involved in the life we live, understand and comprehend. The project is articulated in a very simple way. 

We need your support to make Sofia’s Tales possible. Casually you will discover what heart and reality mean through the eyes of little Sofia who fights against time. Time is indeed a person. The Kickstarter project aims to raise the funds needed to publish the second book in the saga “Tales of Philo-Sophia” entitled “Tale II ‘The Eye of the Cyclops’.” 

The funds will be used to cover the costs of editing, layout, printing and promotion of the book. Depending on the amount of your donation, you may receive special rewards such as:

• The ebook and hard copy of the book

Copy of the first book of philo-sofia short stories: The Opening of the Cave.

• Bookmark with personalized quote

• Personalized reading light

• Tickets to the book presentation with author signacopies

• Special mention in the book and among contributors

• Dinner with the authors 

Make your contribution and be part of this great adventure too! Together we can bring back the magic of Tales of Philo-Sophia. For more information about the Kickstarter campaign and rewards, please visit the project page. Thank you all so much for your generous support. The Kickstarter campaign ends in 30 days. Come on, what are you waiting for? Run to donate and be part of Tales of Philo-Sophia too! Many thanks to all of you for your generous support. 

Authors Gioele Pio Fragale and Mario Guarnera.

Rischi e sfide

ITA:

All’interno di questo budget molto limitato, si celano una serie di costi che abbiamo reso sostenibili nonostante le varie difficoltà, sia per quanto riguarda la stampa che la possibile pubblicazione e anche per un’eventuale presentazione con una cena in compagnia, come un gruppo di amici. Sappiamo bene quanto sia difficile realizzare un crowdfunding che funzioni in modo efficiente e convincente, ma qualunque sia la vostra donazione, vogliamo ringraziarvi dal profondo del nostro cuore.

“La filosofia, la letteratura e tutto ciò che riguarda la cultura e la formazione continua in un sistema in costante evoluzione. In questo contesto, l’uomo si trasforma nella natura e la natura diventa tecnologia, dando origine all’intelligenza.”

Racconti di filosofia. Racconto II: L’occhio del ciclope.

ENG:

Within this very limited budget lie a number of costs that we have made sustainable despite various difficulties, both in terms of printing and possible publication and also for a possible presentation with a dinner party, such as a group of friends. We know how difficult it is to carry out crowdfunding that works efficiently and convincingly, but whatever your donation, we want to thank you from the bottom of our hearts.

“Philosophy, literature and everything related to culture and education continue in a constantly changing system. In this context, man transforms into nature and nature becomes technology, giving rise to intelligence.”

Tales of Philosophy. Tale II: The Eye of the Cyclops.

La legge per chi legge, tra anomia e disinformazione

Sticky post

La legge è uno strumento fondamentale per garantire il rispetto dei diritti e delle libertà di tutti i cittadini, ma quando diventa sempre più anomica e slegata dalla realtà sociale, rischia di creare un disvalore che si ripercuote su tutta la società. In particolare, la combinazione tra una legge anomica e una continua disinformazione rappresenta una minaccia per la democrazia stessa.

La legge anomica si riferisce a una normativa che non tiene conto delle esigenze dei cittadini e che spesso viene applicata in maniera arbitraria e ingiusta. Questo fenomeno può essere causato da una mancanza di aggiornamento delle leggi, dalla loro applicazione troppo rigida o, al contrario, da una loro interpretazione troppo ampia e arbitraria. In ogni caso, una legge anomica rappresenta un grave problema perché impedisce ai cittadini di esercitare i propri diritti e libertà e crea una forte disaffezione nei confronti delle istituzioni.

La disinformazione, invece, rappresenta un altro grande problema per la democrazia. In un mondo in cui le informazioni circolano a una velocità impressionante, la capacità di distinguere tra verità e menzogna diventa sempre più difficile. Questo fenomeno è amplificato dalle nuove tecnologie, che consentono di manipolare le informazioni e di diffondere notizie false con grande facilità. La disinformazione rappresenta un attacco alla verità e alla libertà di pensiero, e mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche.

La combinazione tra legge anomica e disinformazione crea un circolo vizioso che minaccia la democrazia stessa. Quando le leggi non rispondono alle esigenze dei cittadini, questi ultimi possono sentirsi abbandonati dalle istituzioni e diventare più suscettibili alla disinformazione. Al contrario, quando le informazioni sono manipolate o distorte, la legge diventa uno strumento di potere nelle mani di pochi, che possono usarla per reprimere le libertà e i diritti dei cittadini.

In questo contesto, è fondamentale che le istituzioni lavorino per garantire una legge giusta ed equa, che tenga conto delle esigenze dei cittadini e che sia applicata in maniera imparziale. Allo stesso tempo, è importante combattere la disinformazione attraverso una maggiore trasparenza e un’educazione civica che insegni ai cittadini a distinguere tra verità e menzogna.

In conclusione, come scriveva Cesare Beccaria, “il potere che ogni individuo concede alla società di preservare la sua libertà non può essere maggiore di quello che ha in se stesso per preservarla”. Questa frase ci ricorda che la libertà e i diritti dei cittadini sono una conquista preziosa che va difesa con determinazione. Una legge anomica e una disinformazione diffusa rappresentano una minaccia a questa libertà e a questa democrazia, e devono essere contrastate con tutti i mezzi a disposizione delle istituzioni e dei cittadini stessi.

Spongebob e Patrick stella erano amici per la pelle. Si incontravano spesso al Crabby Patty’s e trascorrevano le loro giornate con giochi, risate e divertimento. Un giorno, mentre erano intenti a giocare, accadde un incidente: Spongebob colpì involontariamente Patrick con un pallone e lui si arrabbiò molto. I due cominciarono a discutere e Spongebob fu costretto ad andarsene a casa, deluso e triste. Ma nonostante la loro incomprensione, Patrick non smise mai di pensare a Spongebob. Decise di andare da lui anche se non sapeva cosa dire. Quando arrivò, vide Spongebob che piangeva seduto sul divano. Patrick si avvicinò e abbracciò Spongebob. Si scusò per averlo trattato male e gli disse che lo amava. Spongebob si sentì meglio e i due amici si riconciliarono. D’allora in poi, Spongebob e Patrick divennero più che amici. Si sostennero a vicenda nei momenti di difficoltà e si aiutarono a superare ogni ostacolo. La loro amicizia divenne un modello per molte nuove generazioni, insegnando loro l’importanza della lealtà, della forza e del sostegno reciproco. Allo stesso modo, Scooby-doo e Shaggy erano amici fin dal loro primo incontro. Si divertivano insieme a risolvere misteri e a cercare indizi per risolverli. Shaggy era sempre pronto a sostenere Scooby-doo, anche nei momenti più difficili, e Scooby-doo era sempre pronto a proteggere Shaggy. La loro amicizia era davvero unica e allo stesso tempo un esempio importante per tutti. Insegnava loro che l’amicizia non è solo divertimento, ma anche aiuto e supporto reciproco quando se ne ha bisogno. Una lezione che non dovrebbe mai essere dimenticata. L’amicizia tra Spongebob, Patrick, Scooby-doo e Shaggy insegna che l’intelligenza sentimentale e emotiva è più importante della semplice logica razionale. Sostenere i tuoi amici, anche nei momenti più difficili, aiuta a superare gli ostacoli e a costruire una vita migliore e più felice.

Una relazione amorevole sa essere fatta di grande intelligenza ma soprattutto è composta da una comprensione, un piano che supera i limiti del nostro profondo egoismo e dà alla nostra umanità un nome nuovo, ognuno il proprio.

Clip di Andrea Giacobbe in cui si esplora la facoltà recondita di inserire nell’etimo “Persona” la sua origine etrusca più recondita cioè “Maschera”. Ecco il video e il mio commento.

J-Wolcan – THE MASK (prod. Sick Luke).

L’uso della maschera è un fenomeno antico che viene ancora oggi utilizzato in molte culture. È uno strumento che serve a nascondere identità, intenzioni ed emozioni. Ci permette anche di esprimerci in modi che altrimenti non saremmo in grado di realizzare. Ma la maschera è anche molto di più: è uno strumento che ci permette di esprimere desideri nascosti e bisogni inconsci. È stato detto che quando indossiamo una maschera, ci sentiamo liberi di esplorare i nostri lati più segreti e nascosti. Sotto una maschera, possiamo esplorare le nostre identità multiple, che altrimenti non ci sentiremmo a nostro agio a mostrare. Ma c’è un rischio: quando la maschera viene distrutta, i desideri che erano stati nascosti possono emergere. Questo può essere un processo doloroso, ma anche un modo per guarire. La distruzione della maschera ci consente di dare un nome ai nostri desideri nascosti e di sviluppare una più grande consapevolezza di noi stessi. Una volta che siamo consapevoli di ciò che ci motiva, possiamo iniziare a lavorare per soddisfare i nostri bisogni più profondi. La maschera può anche offrire una via di fuga dalla nostra realtà e consentirci di esplorare nuove strade. È uno strumento che ci consente di trasformare e reinventare noi stessi. Questo processo può essere estremamente liberatorio. Ci aiuta a vedere la vita da una prospettiva diversa e a scoprire cose su noi stessi che non avremmo mai immaginato di conoscere. In conclusione, la maschera è uno strumento che può essere utilizzato per svelare desideri nascosti e bisogni inconsci. Può anche offrire una via di fuga dalla nostra realtà, consentendoci di esplorare e trasformare noi stessi. Mentre può essere doloroso quando la maschera viene distrutta, può anche essere un modo per guarire e avere maggiore consapevolezza di noi stessi.

La maschera allora è un modo precostituito di individuare i punti ciechi di una realtà profonda, chiamata inconscio chiamata realtà, chiamata colpevolezza di vivere, chiamata mondo.

Sofia, nessuno vede il mondo come te, io voglio aiutarti a comprenderlo meglio superando le maschere del passato ecco perché la caverna di Platone, nessun ci credeva più.

Racconti di filo-Sofia.

Cos’hanno in comune un personaggio di una novella verista ed un mito filosofico risalente all’antica Grecia?
Probabilmente hanno in comune tutto ciò che noi non notiamo, tutto ciò che a causa di ampie differenze temporali e tematiche, non risalta all’occhio.
In quest’articolo, voglio provare a creare un filo morale conduttore tra queste due realtà così lontane tra loro, ma a parer mio in un qual modo collegate nello spazio e nel tempo.


Verga narra di un ragazzo che perfettamente rappresenta le condizioni lavorative e lo sfruttamento minorile nella sua Sicilia, terra di bellezza ma anche di forti pregiudizi, legati a costumi e credenze popolari. Di fatto Rosso malpelo, il nostro protagonista, viene additato e schernito per via dei capelli rossi che secondo la tradizione sono indice di malvagità e sono correlati al diavolo. Il giovane viene totalmente calunniato e maltrattato, reso orrifico agli occhi del mondo, come se non bastasse già lo sfiancante lavoro in una cava, a renderlo meno umano.


Il fenomeno dello sfruttamento narrato in questa novella è a mio parere una preziosa fonte storica ed un’ottimo spunto di riflessione, non solo perché riflette una realtà di sofferenza sociale, ma perché tende a mostrare come una società maligna , sia la risultante di individui scontenti e spersonalizzati.
Ci siamo mai chiesti chi potrebbe essere Malpelo, se solo si fosse ribellato a quella condizione di vita miserevole?
Ci siamo mai chiesti , cosa sarebbe successo, se lui fosse riuscito a ricercare la sua verità al di fuori della cava di rena, al di fuori della morte del padre e del pregiudizio


L’intera vita del ragazzo è una continua lotta alla sopravvivenza, è il disperato arrancare di un uomo che cerca solo di mangiare la sera, la consapevolezza della fine precoce di chi non ha altre possibilità se non la sottomissione. È quella soppressione dell’anima che non può esprimersi mai perché non possiede gli strumenti, poiché le uniche armi di cui dispone sono le sue sembianze umane che non gli permettono di ampliare le sue vedute, le sue passioni.
L’angoscia di poter nutrirsi a patto di massacrarsi, è ciò che contraddistingue non solo la povertà, ma persino la mancanza di conoscenza e di aspirazione.
Gli unici spiragli di luce sono l’affetto e la purezza di Malpelo, ma anch’essi a tradimento gli vengono portati via.


Sarebbe bello a volte poter entrare in un racconto ed aiutare i personaggi a salvarsi, poter riscrivere il loro destino, ma purtroppo o per fortuna non possiamo materialmente farlo; di fatto a questo punto ci serviamo della filosofia, per prolungare e modificare la morale di qualsiasi cosa.
La filosofia è fondamentale per infinite ragioni, ma in questo caso prenderemo in prestito la sua capacità di leggere l’esistenza in diversi modi.
Nella caverna di Platone, l’opinare solo su cose apparenti rende l’uomo schiavo dell’ignoranza , riduce la visione di ciò che è profondo, proprio come nella cava di Verga.


La superficialità che caratterizza l’uomo ed il suo modo di vedere le circostanze, è ciò che più turba il filosofo, l’unico che riesce ad individuare qualcosa di più, poiché egli non si limita a vedere, bensì riesce persino ad osservare. Osservare non è una capacità che tutti sviluppano spontaneamente, dev’essere stimolata, annaffiata come una pianta, dev’essere cresciuta da noi stessi. La capacità di criticare qualcosa senza mortificarla, è un po’ un privilegio che solo chi sa riflettere possiede;
di fatto chi si ferma alla superficie non svilupperà mai l’ipotesi del fondale.
Così avviene per gli schiavi della caverna come i minatori della cava di rena: nessuno è capace di uscire dalla condizione di bassezza in cui si trova.
Il filosofo (Socrate) nella caverna, di fatto viene accusato d’esser pazzo, diverso, folle, poiché vede oltre, guarda dove gli occhi degli altri non vogliono arrivare e, cerca di uscire a tutti i costi, per osservare la natura, per conoscere lei, gli astri, il cielo. Il sapere ha reso libero il filosofo.
Mentre Malpelo trova attimi di evasione in se stesso tramite la sua bontà, il tempo fuori scorre inesorabile e, lui non avrà mai la possibilità di evolvere.
Perchè in fondo, chi non evade dalle ombre, dal pregiudizio, dalla passività, dalla monotonia, in un certo senso non vuole evolvere. Si può essere liberi e schiavi allo stesso momento, se solo s’impara a vivere dentro noi stessi, a ricercarci di continuo, ad avere sete della nostra anima , se solo conoscendo gli altri potessimo iniziare a conoscerci più a fondo.
Sia Socrate che Malpelo si ritrovano in una vera e propria “gabbia morale e mortale”, solo che concludono in maniera opposta, perché spesso il problema non risiede solo nell’individuo, ma nelle assurde combinazioni di luogo, tempo, fato, incontri; è proprio lì che la ragione deve battere più forte. E’ proprio lì che la ragione l’abbiamo tutti, è nella nostra natura come lo è l’istinto, come lo sono le passioni, come lo è il pathos, come lo è la nostra mortalità.


Ma se Rosso Malpelo insegna a sopravvivere, Platone insegna a respirare l’esistenza, a spingersi oltre i confini sensibili, porta l’essere ad un livello superiore, partendo anch’egli, da una caverna, da un luogo popolare, di fatto è proprio dalle radici , dai punti più bassi , che scegliamo chi siamo.
Partiamo dall’abisso per arrivare in superficie, sperimentando tutto ciò che sta in mezzo, perché la libertà non è solo un punto d’arrivo, è un processo lento e tortuoso, ma ci rende immanenti ed allo stesso tempo ci permette di trascendere.
Siamo tutti schiavi, ma tutti potenzialmente liberi
se solo ricordiamo di guardare dentro di noi.

paesaggo rosso e verde illuminato

La filosofia kantiana deriva dall’opera del filosofo tedesco Immanuel Kant. È un approccio critico alla comprensione della conoscenza umana, della moralità e della natura. La conoscenza umana è soggettiva e può essere ottenuta solo attraverso il pensiero individuale. Pertanto, dobbiamo essere consapevoli che la conoscenza è soggettiva e non può mai essere certa o completa. 

Kant concepiva la filosofia come una scienza della mente e dello spirito. In altre parole, Kant concepiva la filosofia come un metodo per comprendere la conoscenza del pensiero e dell’esperienza umana. La filosofia è una ricerca costruttiva riguardo all’esperienza psichica umana, nell’adozione di tutti i sensi, intelletto e coscienza. Molti dei concetti di filosofia kantiana sono oggi linguaggio comune per descrivere le idee universali di libertà e giustizia

Molti utilizzati nel linguaggio morale moderna. in altri termini, ha segnato la fine del ‘male immorale’ del XVIII secolo. Secondo Kant, esiste un’etica che le persone dovrebbero seguire in tutte le situazioni. Inoltre, bisogna che gli uomini siano capaci di autocontrollo e moralità per poter realizzare questa etica. La morale è quindi fondamentale per il progresso della società e della cultura dal punto di vista sociale ed intellettuale.

Mentre scrivo righe, riconosco l’ideologia automazione da macchina che stavamo imparando nel periodo puberile adulto. Però, riconosco anche i miei dubbi sulla decisione di cui eravamo a conoscenza in quel periodo; se non avessi scelto la strada del lavoro da adulto o avessimo deciso di vivere sulle nostre risorse? Mentre ci preoccupiamo per l’e il progresso tecnologico, la filosofia kantiana ci incoraggia a riflettere su come abbiamo preservato l’eredità morale degli uomini e delle culture tramite il nostro comportamento personale.

Kant ha dato grande importanza alla conoscenza della coscienza ed alla libertà morale nella vita di ognuno di noi. Egli ha anche costruito la scienza fondativa per comprendere il significato della nostra esperienza psichica come parte del nostro spirito. Per comprendere il vero significato dell’umanità secondo Kant, dobbiamo essere in grado di comprendere le sue idee sul senso della vita e della morte. Dobbiamo accettare come nella causa di quanto accade sua mente? Nella sua mente o così come lo ha programmato?

Studiare all’università è un rito di passaggio per la maggior parte dei giovani adulti. Per alcuni, andare al college è un obbligo, come arruolarsi nell’esercito o trovare un lavoro. Ma per coloro che amano imparare, studiare è un piacere che li rende persone migliori. Dovresti andare al college se non ti piace? O dovresti comunque perseguire i tuoi obiettivi senza spendere tempo in classi che non ti interessano?

L’università è una buona scelta per chi vuole rafforzare il proprio carattere. Le lezioni consentono agli studenti di dedicare tempo alla scelta dei loro corsi e istruttori, il che crea fiducia nelle loro capacità decisionali. Gli studenti scelgono anche quando e dove studiare. Questa autodisciplina li aiuta a realizzare il loro potenziale. Inoltre, discutere di argomenti al di fuori della classe con altri studenti può aiutarli a prepararsi per gli esami. Tutto sommato, l’esperienza può cambiare la vita se gli studenti fanno le scelte giuste.

Alcuni studenti trovano facile attenersi al programma del corso laureandosi in un’area che gli piace. Invece di programmare la vita sociale in base agli orari delle lezioni, possono scegliere prima le classi e gli istruttori. Questo approccio ha l’ulteriore vantaggio di migliorare i tuoi voti poiché studierai in modo più efficace. Inoltre, ti aiuta a saperne di più sulle tue materie poiché puoi concentrarti sulle materie che ti interessano di più.

Studiare con gli amici rende anche la tua istruzione più piacevole. Avere amici con cui studiare migliora anche i tuoi voti poiché avrai qualcuno da cui rimbalzare idee e condividere note. Ancora meglio, avere amici con cui socializzare tra una lezione e l’altra può aiutarti a rimanere concentrato sui tuoi studi ed evitare distrazioni. I gruppi di studio sono particolarmente utili durante la preparazione per gli esami perché più persone possono lavorare su un unico compito.

Studiare per piacere può rendere gli anni del college molto più facili e piacevoli. Scegliere da soli corsi e orari di studio rende ogni giorno più appagante e produttivo. Avere amici con cui studiare ti aiuta anche a rimanere concentrato sui tuoi studi e a ridurre al minimo lo stress da studio. Infine, studiare con un gruppo può aiutarti a prepararti per gli esami e ad aumentare i tuoi voti in generale. Se il college è ciò che vuoi dalla vita, considera di scegliere un’area che ti piace e di studiare sodo!

La lettura può migliorare il tuo vocabolario

La lettura può aiutarti a sviluppare abilità linguistiche e ampliare il tuo vocabolario. Leggendo vari testi, impariamo a conoscere il mondo mentre incontriamo nuove parole sconosciute o usate di rado che diventano parte del nostro vocabolario quotidiano.

La lettura migliora il nostro vocabolario e la padronanza della lingua. Mentre leggiamo, incontriamo nuove parole, modi di dire, nuove frasi e stili di scrittura. Tutti questi influiscono sulle nostre capacità di presentazione e scrittura.

La lettura può fornire benefici emotivi

I benefici della lettura sono in realtà uno degli strumenti che gli esperti possono utilizzare per migliorare il benessere in ambito mentale. Leggere è divertente, nel senso originario della parola, come intendeva Pascal nella sua teoria del passatempo; l’immersione in un libro permette di distogliere l’attenzione da pensieri preoccupanti, che possono essere ansia, stress e fonte di profonda tristezza .

8. “Non mi sono mai addolorato che una lettura non si sia dissipata” (C. Montesquieu). Dalla bassa autostima alla depressione, la lettura ha effetti benefici su molte malattie e disturbi psicologici. Sono noti gli effetti positivi della terapia della lettura, una tecnica di guarigione che aiuta le persone a capire meglio se stesse e a superare stress e traumi leggendo dei testi. Il terapeuta può proporre testi su argomenti più problematici per il paziente, oppure può rimanere particolarmente colpito dai testi o dai passaggi da lui stesso portati.

La lettura può aiutarti ad apprendere nuove informazioni

La lettura può ampliare i tuoi orizzonti e ampliare i tuoi orizzonti. Leggendo, puoi imparare molto, da nuovi termini a nuove conoscenze, che ci consentono di ampliare il nostro patrimonio di conoscenze e la nostra apertura al mondo. Riceviamo una grande quantità di informazioni nei libri e ne attingiamo per ispirare il nostro pensiero futuro, anche nella nostra vita quotidiana.

Leggere, quindi, significa saper imparare dal passato in termini di storia e politica, e dagli altri in termini di scelte di vita. Ma leggere ha un altro potere: sfidare la propria certezza leggendo libri in cui l’autore (o il personaggio) esprime un punto di vista diverso dal lettore. La chiarezza del ragionamento e la tempistica della scrittura possono effettivamente permetterti di approfondire le idee degli altri meglio di una conversazione di domande e risposte, aiutando così a comprendere meglio punti di vista che sono molto lontani dai tuoi, anche se non li condividi.

Due nuovi libri.Due momenti di crescita individuale e collettiva.

Sticky post

Mario Guarnera e Gioele Pio Fragale pubblicano due testi per la collana “Le domande irrinunciabili” della “Editrice Pensare Criticamente”.

Il libro Mario rievoca il caso di un ragazzo nella Francia dell’ 800 abbandonato nella foresta e miracolosamente sopravvissuto senza contatti con alcun essere umano: sarà migliore degli Europei viziati da preconcetti e fanatismi?

Link: https://amzn.eu/d/2NOJNxi

Il libro di Gioele compie una incursione nel presente, focalizzando senza mezzi termini le conseguenze antropologiche, filosofiche e soprattutto etiche del difficile processo di incontro tra culture eterogenee, che il nostro millennio ha il dovere di rispettare.

Link:https://amzn.eu/d/8cM6qcS

Aristotele e la filosofia del tempo

Sticky post

Il tempo è un numero di eventi che possono essere misurati con uno standard oggettivo: la velocità del tempo. Il tempo è un concetto che l’umanità ha sviluppato e utilizzato fin dall’inizio della civiltà. Il concetto di tempo ha svolto un ruolo importante nello sviluppo delle culture e delle società. Sebbene il tempo abbia la sua struttura e le sue regole, non è assoluto; culture diverse hanno idee diverse sul tempo. Uno di questi concetti che si è sviluppato nel nostro mondo contemporaneo è la filosofia del tempo di Aristotele. Aristotele era un filosofo greco vissuto dal 384 a.C. al 322 a.C. ed è considerato una delle menti più influenti della storia. Sebbene alcune persone considerino datate le idee di Aristotele, sono ancora rilevanti per i nostri tempi.

Aristotele credeva che ci fosse un ordine nell’universo poiché l’universo è di natura temporale; questa mancanza di limiti dà origine all’idea di infinito. Allo stesso modo, il concetto di infinito ha avuto origine nelle menti delle prime civiltà perché non riuscivano a capire quanto fosse grande o piccolo l’universo. D’altra parte, mentre le prime civiltà non erano in grado di capire quanto fosse grande o piccolo il tempo, furono in grado di sviluppare un sistema assoluto per misurarlo. In altre parole, sono stati in grado di sviluppare un sistema per misurare il tempo che era indipendente da quanto spazio esisteva. Questo perché lo spazio aveva un ordine e una struttura innati; il tempo, invece, è caotico senza misurazione oggettiva.

Il concetto di tempo su cui Aristotele basava i suoi pensieri aveva come punto di partenza la linearità. La linearità si riferisce a una sequenza di eventi che hanno una relazione causa-effetto diretta. Un esempio potrebbe essere se qualcuno ti chiamasse dal lavoro e ti chiedesse di prendere delle ciambelle per lui mentre vai lì. Dovresti guidare per una decina di minuti prima di svoltare nella sua strada. Durante questi dieci minuti di auto, avresti molti pensieri e ti rendi conto che avresti bisogno di fare una sosta alla tua stazione di servizio lungo la strada. Quando sei arrivato alla tua stazione di servizio, ti saresti accorto che il tuo serbatoio era basso e avresti dovuto riempirlo prima di continuare la tua commissione. Questa situazione illustra come il tempo possa essere lineare poiché un evento porta all’altro, ma ognuno si verifica indipendentemente l’uno dall’altro.

Sulla base di questa idea di progressione lineare, la cultura moderna semina la convinzione che il tempo scorra a un ritmo costante. Crediamo che il tempo si muova a una velocità costante poiché accade nello spazio; tuttavia, la cultura moderna ha seminato la convinzione che il tempo scorra a un ritmo costante poiché accade nello spazio. Inoltre, crediamo che il tempo si muova a una velocità costante perché possiamo misurare oggetti fisici in unità di tempo come minuti o ore. Tuttavia, ci sono diversi casi in cui le persone misurano il tempo in modo diverso da noi, come quando qualcuno vive in un altro paese con unità di misura del tempo diverse dalla nostra. Ad esempio, un americano che vive in Inghilterra misurerebbe il proprio tempo in modo diverso rispetto a noi a causa della storia del proprio paese rispetto alla storia dell’America rispetto a loro.

In conclusione, Aristotele credeva che ci fosse un ordine nell’universo poiché l’universo è di natura temporale; questa convinzione lo ha portato a sviluppare la sua teoria su come percepiamo e comprendiamo il tempo. Poiché le prime civiltà non potevano comprendere la natura illimitata dello spazio o dei numeri infiniti come lo zero, svilupparono un sistema assoluto per misurare il tempo, che le portò a sviluppare anche il concetto di infinito al suo interno!

Gli anime come metodo educativo, 3 buoni motivi per guardarli

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Gli anime possono essere un modo divertente per passare il tempo.

I personaggi degli anime hanno lo scopo di catturare e coinvolgere il pubblico. Alcune persone provano anche forti sentimenti per i personaggi, il che è normale non solo nel mondo degli anime ma in qualsiasi area della vita come la musica e la letteratura.

In breve, l’anime è tornato a essere una parte importante della mia vita da nerd, forse più profondamente di quanto voglio ammettere. Perché c’è davvero di tutto, dai drammi esistenziali alle serie più spensierate. D’altronde non è più come tanti anni fa: niente più nastri costosi o dvd introvabili: si può spaziare dall’esperienza devastante fornita dal Devilman Crybaby all’emozionante storia di Violet Evergarden. Fare clic da qualsiasi dispositivo in qualsiasi momento della giornata. Inutile dire che l’adolescente in me lo sapeva fin troppo bene e ha preso di nuovo la sua droga preferita senza indugio. Ormai, ho seguito molti simulcast, o spettacoli che vanno in onda in sincronia con il Giappone, e passo almeno un’ora al giorno a guardare anime. Non posso vivere senza di essa.

Infine, c’è la dimensione della giocosità e della creatività: perché un’animazione sia veramente educativa, la visione non deve essere vista come fine a se stessa, ma deve trasformarsi nello stimolo iniziale, nella “premessa” per iniziare una nuova attività. Alla fine dell’episodio, possiamo suggerire al bambino di disegnare alcuni dettagli che lo impressionano, immaginare un finale alternativo o svolgere un’attività manuale relativa all’episodio (questo può comportare l’uso delle dieci dita del bambino) mani e cinque sensi sono a rischio tra di loro).

Gli anime possono essere uno strumento educativo efficace.

A volte questi insegnamenti possono aiutare ad affrontare la vita di tutti i giorni in modo diverso, problemi personali o semplicemente una lezione su come affrontare la vita. In termini più semplici, l’anima ha anche la capacità di insegnare concetti reali di cultura in generale.

Ci sono molti vantaggi nell’usare gli anime nell’istruzione. Le lezioni dell’anime sono ampie, incluso evitare il bullismo, essere gentili con gli altri e migliorare le abilità sociali degli studenti. Ha anche un impatto educativo sugli studenti più introversi. Usando l’anima nell’educazione, gli studenti impareranno a valutare le relazioni e l’importanza delle relazioni. Non crederai a quanto puoi ottenere usando la tua anima nell’istruzione.

Un altro modo per usare gli anime è insegnare agli studenti situazioni di vita reale. Molte serie di anime aiutano gli studenti a imparare importanti lezioni sul rispetto dei genitori, non sul bullismo. Possono anche insegnare loro le condizioni di salute mentale come il disturbo da stress post-traumatico e la narcolessia. Gli studenti che guardano gli anime possono anche essere più influenzati dai personaggi della storia per capire queste situazioni. È una situazione vantaggiosa per tutti.

Laurearsi prima, subito, immediatamente… prematuramente (?)

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Fattori sorprendenti che possono influire sulla tua decisione di laurearti in anticipo.

Come puoi immaginare, scegliere di andare all’università all’estero dopo la laurea, o anche solo per completare parte dei tuoi studi, è una di quelle scelte che ti cambieranno davvero la vita. Una decisione visionaria che richiede un po’ di coraggio ma porta a una crescita personale, culturale e professionale davvero straordinaria.

Va ricordato che un corso di studio è un’opportunità di apprendimento unica. Trattare una laurea come un traguardo di maratona è sbagliato e controproducente, poiché rischia di perdere importanti passaggi formativi utili per aumentare le tue possibilità di trovare un lavoro soddisfacente. Pertanto, è vietato concentrarsi solo sul risultato finale senza dedicare il tempo necessario alla ricerca. Sul posto di lavoro, i voti sulla carta sono buoni e la conoscenza della materia è nella media… Beh, non è molto utile.

Considerando i pro e i contro della laurea prematura.

Pertanto, una laurea successiva non influisce necessariamente sulle opportunità di lavoro. Il consiglio degli intervistati era di usare la logica e capire la situazione. Ad esempio, se i voti alti sono più importanti nel tuo dipartimento rispetto a quando eri giovane, potrebbe essere una buona idea ripetere l’esame andato storto, se possibile. O rifiuta i punteggi bassi. Allo stesso modo, gli studenti part-time stanno meglio trascorrendo più tempo, ma studiando duramente e al proprio ritmo: di solito i curriculum e i corsi mostrano che hanno lavorato durante il college, il che è un jolly favorevole per una laurea. Posizione.

A che età posso andare all’università? Come avrai capito, non ci sono restrizioni all’ammissione all’università. Tuttavia, quando si decide di rileggere i libri a 30 anni, è meglio farlo consapevolmente. Ecco perché abbiamo deciso di discutere i pro ei contro di andare al college a 30 anni in un breve paragrafo.

La laurea in anticipo può avere una serie di vantaggi, come un aumento del reddito e una riduzione del debito studentesco negli USA.

Le tasse universitarie sono aumentate notevolmente negli ultimi anni. Tuttavia, la laurea è un ottimo investimento. Le tasse universitarie e le donazioni hanno scarso impatto sul costo della frequenza. Costi I giovani che scelgono di conseguire un titolo universitario piuttosto che entrare immediatamente nel mondo del lavoro devono sostenere ulteriori (i) tasse scolastiche e contributive; (ii) spese varie per frequentare e sostenere l’apprendimento; e (iii) mancato pagamento della retribuzione durante la frequenza. Nei college statali, le tasse scolastiche e le dotazioni dei college sono cresciute rapidamente dal 1994 ai sensi della legge Rubetti sull’autonomia finanziaria del college. La legge prevede anche diversi gradi di esenzione in base al reddito familiare. Il grafico mostra la distribuzione dei contributi per l’a.a. 585 euro. (1) Il contributo complessivo per la laurea quadriennale è quindi pari a 2.178 euro (al tasso di interesse effettivo di riferimento del 5% all’anno di immatricolazione). Si noti che questo livello di contribuzione copre solo il 10% del costo del sistema universitario e circa il 20% della spesa pubblica dell’università. Le componenti principali delle varie spese di frequenza e di sostegno allo studio sono il costo dei libri e altri costi minori (contributi per dissertazioni, ecc.). Naturalmente, non includiamo i costi di vitto, alloggio e trasporto sostenuti direttamente o indirettamente da chi sceglie di entrare nel mercato del lavoro. Non abbiamo dati ufficiali sui vari costi per sostenere questi studi, ma stimiamo che il programma si aggiri intorno ai 1.000 euro all’anno, scontati al 5%, che equivalgono a 3.723 euro di spese di studio. La tabella 1 mostra il reddito medio al netto delle imposte percepito da uomini e donne nel 2002 in base al titolo di studio, ed è una descrizione dettagliata dei dati inclusi nella nostra indagine biennale sui bilanci delle famiglie italiane condotta dalla Banca d’Italia. Italia. (2) Tabella 1: Reddito medio annuo nel 2002 (EUR) Donne laureate 11956 17683 laureate 16776 26733 Differenza 4820 9050 Fonte: Indagine sul bilancio delle famiglie italiane, costo delle banche italiane rinunciate al reddito dei laureati quadriennali Pertanto, da 5 At un tasso di sconto del %, equivale a 65.838 euro per gli uomini e 44.490 euro per le donne. La grande disparità di reddito tra uomini e donne riflette in parte il fatto che molte donne scelgono di lavorare a tempo parziale. Pertanto, di seguito riportiamo solo i calcoli relativi ai guadagni degli uomini. La tabella 2 riassume le tasse per i corsi di laurea quadriennali Tabella 2: Le tasse per le lauree quadriennali maschili (in euro, aggiornate all’anno di ingresso) Tasse e contributi 2178 Altre spese dirette 3723 Entrate non percepite 65838 Totale spese 71 Pertanto, 739 Spese di Ateneo contributo è solo circa il 3% del costo totale del conseguimento di una laurea. Per chi paga 1.500 euro all’anno (solo il 2% degli studenti universitari pubblici paga in eccesso), il pagamento delle tasse ammonta al 7,5% del totale. I laureati guadagnano più dei diplomati? Come si evince dalla tabella 1, la differenza salariale media tra uomini laureati e laureati è in media di 9.050 euro annui. Ipotizzando che un laureato lavori per 40 anni, la differenza di reddito scontato generato da un titolo universitario è, in media, di circa 134.000 euro. (3) Pertanto, il valore attualizzato di un titolo universitario al netto dei costi indicati nella tabella 2 è pari a 62.408 euro. Ipotizzando un reddito costante di € 9.050 annui per 40 anni dalla data di conseguimento del titolo di studio, la restituzione del titolo di studio corrisponde a una resa del titolo che produce il 9,9% annuo (si noti che questo è il tasso di rendimento al netto delle imposte). (4) Chi non taglia le tasse non avrà molto meno reddito. Ad esempio, per chi spende 1.500 euro all’anno, il tasso di rendimento è del 9,5%. (5) Il college è quindi un ottimo investimento. Ai livelli attuali, questi contributi non hanno un impatto significativo sui rendimenti degli investimenti. In realtà, sono solo una piccola frazione del costo, la cui componente più importante è lo stipendio non percepito durante il periodo di studio. Ad esempio, aumentare il contributo medio per studente a 5.000 euro annui garantirebbe comunque un ritorno sull’investimento pari all’8% annuo. (1) Questa media include gli studenti completamente esenti. D’altra parte, il sito della Conferenza dei presidi riporta che la donazione media per studente nel 2002 è stata di 879 euro. I nostri dati sono stati ottenuti dal Ministero dell’Istruzione, dividendo il contributo totale degli studenti per il numero degli studenti; calcolando la media direttamente dalla distribuzione dei contributi mostrata nel grafico, otteniamo quasi lo stesso numero. Anche con i maggiori importi indicati da Curi, le nostre conclusioni non cambiano. (2) In questo calcolo includiamo tutti i redditi, le pensioni e altri trasferimenti da lavoro subordinato o autonomo. Non include i proventi da immobili o altre attività finanziarie. (3) Questi semplici calcoli hanno solo il vantaggio di fornire ordini di grandezza di rendimento economico per l’apprendimento universitario. È certamente auspicabile un’analisi approfondita, ad esempio, utilizzando una modellizzazione delle aspettative per futuri differenziali salariali e differenziando le differenze per genere, università, materia, ecc. Tuttavia, è difficile immaginare come questa analisi possa cambiare le nostre conclusioni. (4) Indichiamo il ruolo delle lauree nei rendimenti percentuali e non percentuali, come in gran parte della letteratura, in termini di elasticità salariale dell’istruzione. In questo modo, il ritorno sull’investimento di un’istruzione universitaria può essere confrontato più direttamente con il ritorno su altri possibili investimenti, come il capitale fisico. Inoltre, l’analisi della percentuale di rendimento dei titoli di studio tiene esplicitamente conto del costo dell’istruzione universitaria. (5) In generale, l’aumento di stipendio maggiore che deriva da una laurea non si guadagna immediatamente, ma nel corso di una carriera lavorativa. Questo tende a ridurre i rendimenti medi. Tuttavia, un laureato di 20 anni guadagna ben al di sotto della media riportata nella tabella 1, fattore che tende ad aumentare i rendimenti medi rispetto alle ipotesi che utilizziamo. Poiché non disponevamo di dati sufficienti per calcolare le differenze salariali per ciascuna età, abbiamo eseguito alcune simulazioni assumendo profili salariali per età diverse. In generale, questi due effetti tendono ad annullarsi a vicenda, mantenendo il rendimento medio annuo compreso tra il 7% e il 10%.Spesso, i candidati con una laurea magistrale possono avere maggiori possibilità di fronte ai datori di lavoro rispetto ai candidati con una sola laurea. Quindi sembra che una laurea offre più opportunità di lavoro. Tuttavia, in determinate circostanze, alcuni datori di lavoro possono valutare positivamente qualsiasi esperienza di lavoro o tirocinio dopo tre anni. Anche i fattori dell’età possono favorire i candidati con una laurea. Infatti, le persone che scelgono un master generalmente entrano nel mondo del lavoro più tardi.

Riflettere per capire e aprire il proprio cuore

Il successo non è una forma di successo è solo un percorso. Questo significa chi ha alle spalle un percorso di successo significa, essere i migliori in qualcosa e sentirsi la totalità del tutto.

Significa solo avere un percorso che ti porterà al successo?

Ognuno ha un percorso diverso e tutti porteranno al successo a modo loro. Alcune persone potrebbero dover lavorare di più, mentre altre potrebbero avere la fortuna dalla loro parte. Nessun percorso è migliore dell’altro, dipende solo dal tipo di persona che sei e da quanto sei disposto a lavorare per questo.

Il successo non è qualcosa che può essere raggiunto dall’oggi al domani. Ci vuole tempo e duro lavoro. Ci vuole anche perseveranza. Se continui così, alla fine raggiungerai i tuoi obiettivi. Ma ricorda, non si tratta solo di raggiungere i tuoi obiettivi, si tratta di avere una vita piena di felicità e gioia.

“Così parlò Zarathustra” di Friedrich Nietzsche e la filosofia dell’eterno ritorno

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Friedrich Nietzsche ha diversi aspetti, che riuniscono tutte le caratteristiche di un genio della cultura. Uno dei suoi aspetti più noti è il pensiero zarathustraeo. Il pensiero zarathustraeo è diventato un metodo per riflettere su sé e sulla società e suggerire cosa potrebbe cambiare per il meglio. Il libro di Nietzsche che descrive questa trasformazione della società è ‘Zarathustra’. In questo disegno è diviso in tre parti: ‘l’asilo’, ‘la regina cecilia’ e ‘la tavola rotonda’. Nell’introduzione alla seconda parte di ‘Zarathustra’, Nietzsche racconta la sua storia di inizio espansione della propria mente. Riferisce che aveva paura di leggere il suo libro per la prima volta. Questo perché aveva capito troppo del proprio essere e del suo desiderio di sovvertire le cose. Nietzsche dice che una volta compreso il suo metodo, egli ha dovuto ripetere la creazione di ogni pensiero sino a capire come funziona. Fondamentalmente, questo è quello che dimostra il suo pensiero: nascita, vita e morte.

Nietzsche credeva che tutto nell’universo attraversasse un ciclo di nascita, vita e morte. La nascita è il passaggio da una forma inferiore a una superiore. La vita è il corso momentaneamente più alto dell’intelletto finché non si muore e viene eliminata dall’evoluzione delle specie. La morte riporta ogni cosa alla forma primitiva dalla quale ha evoluto per passare ad una forma più elevata. Se si guardano le cose da questo punto di vista, l’uomo può considerarsi come un animale evoluto con capacità cognitive superiori a quelle degli altri animali inferiori. Tuttavia, in base alla filosofia di Nietzsche, l’uomo non può non capire la propria condizione intermedia tra la morte e l’evoluzione. L’uomo può solo accettare la naturale della propria esistenza in base alla trasformazione alle leggi naturali. La gigantesca statua del disegno ‘Zarathustra’: uomo gigante elevato da un livello inferiore alla bestia – rappresenta l’uomo che si riconcilia con la propria condizione intermedia tra la trasformazione naturale e l’evoluzione. L’uomo può solo accettare se stesso come un animale evoluto ma con mancati poteri creativi oltre alla capacità di accettare se stesso come animale inferiore all’uomo superiore – il Dio della Creazione.

Anche se…

Herman Hesse, autore filosofico che spiega l’oriente con la narrazione

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Hermann Hesse è un famoso autore tedesco le cui opere includono The Glass Bead Game, Steppenwolf e Siddhartha. Scrisse molto sull’Oriente e le sue filosofie, ma non lo visitò mai di persona. Invece, ha basato i suoi lavori sulla sua vasta ricerca e sulle sue esperienze personali. Le opere di Hesse esplorano i concetti di umanità, pace interiore e l’importanza della conoscenza di sé. I personaggi delle sue opere si sforzano di trovare il loro vero scopo nella vita.

Per comprendere il significato della rinuncia, è necessario conoscere lo sfondo del romanzo di Hesse Siddharta. Lo ha basato sulle sue esperienze di vita, in particolare sulla sua decisione di lasciare la sua città natale e perseguire l’illuminazione in India. Durante un viaggio in un tempio isolato, Siddharta incontra un monaco buddista di nome Kalama. Kalama spiega a Siddharta che deve perseguire il concetto buddista di distacco quando decide cosa rifiutare o abbracciare nella vita. Questa decisione modella l’intera esistenza; determina se si diventa infelici o felici. In definitiva, si deve scegliere quali concetti seguire e quali rifiutare.

Hesse ha anche esplorato i concetti dell’umanesimo attraverso il suo poema A Dhammapada. In quest’opera, ha incorporato alcune delle espressioni poetiche da The Dhammapada: The Buddha’s Path to Liberation di Vaddhanavira nel suo lavoro, rendendolo essenzialmente una rielaborazione del testo classico di Vaddhanavlux. Ogni riga di questo libro sottolinea lo stesso messaggio: che si dovrebbe seguire la propria voce interiore invece di fare affidamento sugli altri per dire loro cosa fare. In sostanza, seguire la propria coscienza, indipendentemente dal fatto che provenga dall’interno o dall’esterno, porta alla felicità e alla libertà dalla sofferenza.

Tuttavia, non tutte le opere di Hesse si concentrano sulle filosofie e sulla spiritualità orientali. Un suo lavoro degno di nota è Outcaste: A Ballad of Love and Death scritto nel 1908. In questo lavoro, Hesse descrive il vuoto dei beni materiali e sottolinea l’importanza dell’igiene fisica e mentale. Illustra questo concetto attraverso una storia sul principe Tannhauser, che perde il suo regno dopo aver scommesso tutto su un gioco di carte. La sua successiva miseria lo porta a vendere i suoi preziosi beni in modo da poter mangiare cibo mentre torna al suo castello natale. In definitiva, avere beni materiali non rende necessariamente uno ricco o sicuro; può effettivamente portare alla rovina finanziaria se il disordine fisico o mentale rende incapaci di funzionare normalmente.

In tutte le sue opere, Hermann Hesse esplora le stesse idee sull’umanità e la felicità che altri autori orientali hanno esplorato nel corso dei secoli. Incoraggia le persone a trovare un significato nella vita scegliendo quali concetti seguiranno verso la felicità o la miseria. Inoltre, sottolinea l’importanza della conoscenza di sé attraverso la salute mentale e fisica in modo da poter prendere decisioni informate su cosa accettare nella propria vita e cosa rifiutare da essa.

Recensione breve del libro “Racconti di filo-Sofia. Racconto I: l’apertura della caverna.”

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Un racconto non sempre è considerato buono per circoscrivere l’universo che vuoi mostrare e dimostrare. Un racconto breve e incisivo è scarno e sembra che stia ingannando il lettore lasciandolo libero.

In questo primo racconto definiamo io e il dott. Mario Guarnera il rapporto che ha l’uomo sullo sguardo attorno la conoscenza. Vi lascio il link qui … fatemi sapere se sarà gradito per voi!

Buona giornata da vostro Gioele !

La maggiore ispirazione

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Forse neppure esiste una “maggiore ispirazione”, esiste una causa che diventa una realtà che devolve agli uomini la facoltà di scegliere.

Abbiamo bisogno di edificare idoli e di identificare problemi con occhi e bocca per visibili. in questo caso bene e male sono un dualismo che genera caos, e questo amo i miei occhi perché mi suggeriscono le contraddizioni e danno cuore e corpo alle mie relazioni.

Quindi ogni uomo dovrebbe disporre di una “respirazione assoluta” che sappia dare senso e nesso al combattimento che alimenta il valore che diamo alle cose, perché esiste la causa generatrice del mondo che si spaccia come unica invece è la volontà.

Quante volte siamo succubi e liberi della volontà di scegliere?

Quali notti serviranno per renderci più partecipi della nostra vita? Come e in che modo la vita ci spiegherà di come si svolge e si muove la causa o le cause che costituiscono il mondo?

Questo lo troverete anche nel mio libro, mio e del mio amico Mario Guarnera: “libro presente: lettura di Esopo per una dialettica contro la sospensione dell’ incredulità.”

Grazie per la lettura,

ll ruolo degli intellettuali nella società odierna.

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Proseguo questa opera sociale e delineo dunque il ruolo di quel sognante esteta o di qualsivoglia pensatore o artista o chicchessia, in questa odierna società. Ad oggi concentro la mia frustrata e frantumata visione sociale sul ruolo dell’intellettuale, termine sovente sopravvalutato (nonché eccessivamente utilizzato) a causa dell’errato significato che ad egli si attribuisce.

Ebbene io credo profondamente che ogni uomo abbia un pensiero. Ognuno di noi abbia intrinsecamente una sensibilità. Sostengo un pensiero democratico dacchèritengo ogni persona sensibile e capace di pensare. Vien da lontano Cartesio che rivela il ”cogito, ergo sum”. Ma per sviluppare una qualche forma di critica nei confronti di questa società liquida (come Baumann la definisce) ogni persona sensibile abbisogna di studi e deve vivere in un ambiente ove la critica (in qualsiasi sua formapurché non contraria all’ordine pubblico o al sentimento civile) sia attiva e viva. Se il caro maestro Cartesio ora torna fra queste righe, egli può dire che una parte degli individui non pensa e dunque si limita ad una esistenza scarna e priva di significato. Tale parte rimane imprigionata negli avviluppi sociali e nelle catene e dal momento che non sviluppa un pensiero allora è come se la stessa non esistesse.

Considero questa parte come il cimitero del pensiero, la parte passiva della società civile. Ora, esiste una parte diversa da quella sopracitata che cerca di andare oltre e di esistere e produrre un pensiero dando così vita alla massima di Cartesio. Tale parte, tuttavia, difetta di un adeguato studio critico del sapere e questa situazione segna il limite naturale allo sviluppo di un pensiero concreto e forte. In questa parte della società, il pensiero critico nasce e si evolve ma non è supportato da uno studio che prepara la coscienza alla stessa Critica. Di conseguenza questa parte sociale deve essere istruita dalla Scuola che ha il preponderante compito di formare una società in cui viga una coscienza critica. Vi è poi la terza ed ultima parte che è costituita da ”coloro che pensano in maniera critica”. Questa parte colma i deficit delle altre due enunciate prima. Di questa parte sono proprie le persone che stanno portando al termine la propria formazione, soprattutto universitaria, dunque gli studenti. Con dolore, oggi si constata che i dirigenti del potere politico (che dovrebbero difendere e promuovere, ad onor e dignità del Vero storico, la coscienza critica) oggi sono mossi dal populismo e da una vacua concettualità di fatto priva di spessore. Tale populismo accontenta il popolo che si sottopone alle parole dei dirigenti del potere politico. Amaramente constato pure che siano pochi gli esponenti del potere ideologico. Ecco dunque chi sono gli intellettuali! Gli intellettuali sono i dirigenti del potere ideologico, coloro che hanno una forma di pensiero sociale ben sviluppato e supportato da numerosi studi e che riescono ad esprimere in ogni campo delle arti umane: musica, poesia, letteratura, politica e società. Coloro che sono propri di questa parte della società, sono soliti mettersi in discussione o studiare chiedendosi sempre il perché di ogni ”parola o pensiero, opera e concetto”. Sono gli affamati di sapienza, i filosofi, gli ideologi, gli idealisti ed i materialisti. Se dunque qualcuno mi domanda ”Chi è per lei l’intellettuale?” Io rispondo “colui che si mette in discussione, colui che cerca il Vero e le concause del Vero”.

É apodittico che io abbia una visione democratica la quale convive con una visione elitista. La parte democratica della mia visione è nel sostenere che ogni uomo ha intrinsecamente il potere di sviluppare un pensiero. Ogni uomo è razionale come i Lumi insegnano. La parte elitista è nel sostenere che solo chi vive in un ambiente critico può divenire intellettuale. Fornita ora la definizione dell’intellettuale ed il suo collocamento sociale, spiego il loro ruolo. Come Gramsci sostenne nel secolo passato, prima di ogni discussione è bene chiarire che l’intellettuale può porre in essere una azione di critica nei confronti di una determinata questione o realtà sociale, ovvero proteggere gli interessi o i diritto di una parte debole ovvero predominante della società. L’intellettuale deve essere un critico razionale, può essere inquisitorio ma deve rappresentare una critica senza distorcerla. Attenersi alla realtà scientifica è un dogma imprescindibile.

Dunque, l’intellettuale dotato di una visione è definibile come un ingegnere L’intellettuale a cui però io faccio riferimento adesso è lo scienziato sociale e cioè colui che indirizza l’azione del suo pensiero solo ed esclusivamente nei confronti della società. Egli può utilizzare la musica, la poesia, la letteratura generica, la politica, l’arte ma solo come fini ad una critica puramente sociale. Se tale intellettuale esprimesse un giudizio critico riguardo ai sopracitati campi, egli starebbe realizzando l’opera dello scienziato sociale in quanto i campi culturali, prima citati, rappresentano delle categorie del pensiero sociale.

L’intellettuale come scienziato sociale deve considerare la realtà sociale come campo di indagine e di critica ma deve differenziarsi dal sociologo per l’approccio con cui egli analizza la società odierna. In particolare, mentre il sociologo considera la sociologia come una scienza che studia i fatti umani, l’intellettuale la considera come fenomeno critico e come tale deve essere soggetta ad elucubrazioni intrise di pensiero divergente. Analizziamo dunque le origini della crisi intellettuale alla luce di quanto detto prima. Oggi viviamo in una società che sta stretta all’intellettuale poiché la società si rifiuta di pensare o filosofare già da tempo immemore. Si è perduta la sapienza degli antichi, quella propria delle filosofie ellenistiche proprie del perfezionamento umano o platoniche ed ideali, o aristoteliche. Oggi la filosofia, alla quale rivendico anche il ruolo di svegliare le coscienze ed il pensiero, muore nelle scuole e più non va oltre.

L’uomo è vittima di logiche egoistiche, di media, pubblicità ed altre forme di schiavismo intellettuale che tartassano, disgregano, annichiliscono e condannano al silenzio perpetuo la coscienza di ognuno. Come predicò a suo tempo Karl Popper, una società che non pensa è una società che si istupidisce. In questo ambiente ove il pensiero è arido e muore strozzato dal dinamismo, dalle alte velocità di una disinformazione galoppante, l’intellettuale soffre e si chiude in sé stesso. Così, fra i social network che contribuiscono a rendere questa società ancora più liquida, ove le relazioni umane si creano e si distruggono nell’ordine dei secondi, e chi pensa a cosa porterà tutto questo spaventoso regresso, la società cade ed il pensiero creativo muore, ucciso dalle tendenze o da ”ciò che piace maggiormente alla massa”. La massa abbacina il pensiero, ottunde la coscienza, distrugge l’individuo e crea omologazione. Così si disgrega l’uomo. In questo decadente contesto, l’intellettuale dovrebbe ribellarsi allo stato di cose che questa società accompagna. L’intellettuale deve scuotere le masse e disgregarle, ridare valore all’uomo e creare un rinascimento sociale perché è dalla società che scaturiscono i campi culturali. E’ la società che organizza e matura il pensiero, il gusto per il bello e per la saggezza, ma se la società si massifica, allora il pensierodivergente non può più esistere. Il pensiero divergentemuore e così le ideologie periscono perché per poter vivere abbisognano di una condizione strutturale forte ed individualizzata.

Oggi la struttura è debole mentre la sovrastruttura difetta dell’ideologia. Come Galimbertiafferma, si è sopito il conflitto hegeliano fra servo e signore perché il popolo è divenuto servo dei vizi della società, dei malumori della gente e dei modelli di filosofia pronti (oltre che dell’anarco consumismo non solo di prodotti e servizi ma anche di idee e modelli). Questo ha avuto come conseguenza l’impossibilità di praticare una ribellione intellettuale ed il consolidamento di stili di vita e modelli di pensiero privi di contenuto e confezionati dalla massa per la massa. L’intellettuale oggi è una figura scomoda. Molto scomoda. Egli pensa in una società che soffoca chi pensa, chi si ribella. Si colloca etimologicamente ma non riesce a collocarsi socialmente. Eppure solo questa figura potrebbe essere in grado di far riaccendere quel conflitto di cui Hegelparlò alacremente. Ma per poter essere tale, l’intellettuale deve essere del popolo per il popolo. La sua funzione sociale deve supportare il popolo e rafforzare la critica.

Ho precedentemente affermato che l’intellettuale è l’esponente del potere ideologico. Il potere ideologico è quel potere per cui chi lo detiene si dimostra in grado di divergere dal pensiero delle masse. Noi oggi viviamo in un contesto di oppressione. Oggi la dirigenza ideologica appartiene alla pubblicità, agli archetipi e stereotipi di una società bigotta. La pubblicità è, per esempio, una forma di controllo del pensiero potentissima che incoraggia la diffusione del consumismo, che vuole l’uomo in un certo modo. Così la crisi riflette la sua scure anche sugli sviluppi geopolitici degli stessi Stati dove vigono i poteri forti. I primi luoghi ad essere presi d’assalto son le scuole e le università. Per poter controllare il popolo tramite un potere forte o totalitario bisogna formare professori di regime, magistrati di regime. Si guardi alla Turchia dove i pubblici ministeriarrestano i supremi giudici della corte costituzionale, o ad Erdogan che vieta l’insegnamento del diritto romano dalle università turche. Si pensi ad Orban che espelle il giudice della corte costituzionale ungherese. Si pensino ai media, alla televisione, ai programmi ove la gente si depersonalizza e mette a nudo il proprio sentimento, sono all’ordine del giorno.

Come Galimberti afferma, ”la peggior pornografia non è il corpo nudo ma l’anima svestita e mostrata” al ludibrio delle gente, al giudizio, al commento ed a quel senso di insoddisfazione che rende l’uomo schiavo del giudizio altrui. Ci hanno abituati anche nelle scuole a pensare alla storia dell’uomo come una grande evoluzione in linea retta. In realtà intellettuali sostengono che questa è un impostazione sbagliata e miope, perché nel corso della storia del pensiero dell’uomo ci sono stati diversi medioevo, poi rinascimento, poi periodi di buio, poi nuovi rinascimento e risorgimenti e queste congetture sono opinione divergente dalla dominante, opinioni che hanno il grande merito di guardare all’oggettività del Vero Storico. Questi sono esempi concreti. Per far si che avvenga una rivoluzione del pensiero, serve che l’intellettuale produca un’opera di critica nei confronti di chi vive come parassita in una società infestata dal nichilismo. L’intellettuale deve discernere quando sia giusto divergere e quando sia giusto seguire la dominante.

Se qualcuno mi chiedesse di mostrare un esempio di intellettuale io risponderei ”Chi si ferma ad ammirare un tramonto è già un intellettuale. Poiché ha saputo fermare quel tempo sempre in corsa per ”essersi ricordato di vivere” come direbbe Goethe. Poiché fermare il tempo che procede non è semplice ed oggi l’uomo uccide il tempo disperdendolo nella risoluzione di infinite situazioni e problemi che attanagliano la sua intera esistenza ( Lavoro, figli, famiglia). L’intellettuale cerca il tempo per denunciare i mali sociali, cerca un tempo che gli sfugge, un tempo che muore da quando si disse che Dio è morto. Ma se egli produce la critica allora la sua esistenza non è sprecata perché in ogni rigo di denuncia egli salva l’umanità dalla catastrofe di una disgregazione dell’uomo e dei valori di un popolo. I pensieri critici, nelle varie epoche storiche, sono sempre nati da movimenti sociali e letterari, da avanguardie. L’assenza di movimenti del pensiero umano, oppure il minimalismo di quelli esistenti, acuisce questa crisi del pensiero. Che avvenga, dunque, la rivoluzione intellettuale ma sia ricca di contenuto e sentita, nonché condivisa da tutti.

Alessandro Agnello

Poesia del felice

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La poesia sa esprimere ciò che l’uomo non sa comprendere. Sembra un paradosso, ma la domanda è “i traumi e i momenti di felicità costituiscono parti comprese nella nostra vita e sono il futuro?”

La poesia è l’arte della creazione… esiste quindi un codice ed anche linguaggi che sanno esprimere più di quanto possa essere compreso.

Espressione e la comprensione.

sei cuore…

Se le realtà fossero congiunte e quel tuo sorriso fosse cielo…
i miei baci sarebbero nuvole appostate affianco al sole…
Sei la rappresentazione della frescura che il cielo conosce
e l’aria innevata percorre…
Sei il puzzle di un cuore
composto da tessere dispari
di baci in pezzi che divengono pari …
Sei quel cuore di mondo divenuto terramare per far nascere universi di uno specchio parallelo…
Sei il sorriso per me indiscernibile,
tu Regina della notte,
fuoco e respiro da cui il valore nasce.

you are heart …

If realities were conjoined and that smile of yours was heaven …
my kisses would be clouds lurking next to the sun …
You are the representation of the coolness that the sky knows
and the snowy air flows …
You are the puzzle of a heart
made up of odd tiles
of kisses in pieces that become even …
You are that heart of the world that has become terramare to give birth to universes of a parallel mirror …
You are the indiscernible smile for me,
you Queen of the night,
fire and breath from which value is born.

Encomio sull’onestà, quando un folle descrive una libertà romantica di Mario Guarnera e Gioele Pio Fragale

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quadro di Greta Gattuso
https://www.facebook.com/robadanoncredere/videos/644687285703146/

Accade sempre più spesso che la comunicazione renda difficile far trasparire un messaggio senza munirsi di un tetro sottofondo di avversioni, a tal proposito la domanda sorge spontanea:
Quanto l’atteggiamento dissociato e perennemente sincero di un folle riesce a incidere sul comportamento degli esseri viventi oggi?

Nel link o nel qr code del video che precede questo testo potrete vedere un uomo abbastanza trasandato che ha totalmente abbandonato il livello di realtà. Attenzione! Non è spossessato da alcunchè, lui rappresenta solo un continuo fluire di informazioni la qual mancata coerenza fa mostrare un riso a tutti gli spettatori di questo monologo soliloquio di cui è il portatore massimo. Ricordiamo, ridere è il processo più strano e antico dell’uomo, serve a far tornare bambini in modo tale da liberarsi temporaneamente dai vincoli morali della società. Quel candido riso con cui Nietzsche dipinse la serenità del suo Zarathustra fautore profondo di un mondo parallelo interiore di cui l’uomo è padrone, l’uomo folle, bambino e sognatore.

Tutto è ancora possibile! Apprendete dunque a ridere di voi stessi! In alto i cuori, o danzatori leggieri, sempre più in alto! E sopra tutto, non dimenticate il riso, il buon riso! Questa corona del riso, questa gioconda corona di rose a voi io la getto, o miei fratelli! Il riso, io l’ho gridato sacro: uomini superiori, apprendete dunque a ridere!

Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra, Un libro per tutti e per nessuno, traduzione di Renato Giani, Milano, Fratelli Bocca Editori, 1915, p.272

Nietzsche è ancora più provocatorio nella Genealogia della morale nell’immaginare un finale comico, dunque folle rispetto alle premesse eroiche, all’epopea del Parsifal di Wagner, un conclusivo dramma satiresco quale illuminazione in grado di relativizzare e ribaltare l’improponibile e castrante mitologia tragica:

Si potrebbe esser tentati di supporre il contrario e perfino di augurarci — che il Parsifal wagneriano sia stato inteso in senso giocoso, quasi come epilogo e dramma satiresco, con cui il Wagner tragico avrebbe potuto congedarsi da noi e anche da se stesso, ma soprattutto dalla tragedia, in una maniera dignitosa e appunto conveniente a lui, vale a dire con un eccesso di suprema e maliziosa parodia del tragico, di tutta la spaventosa serietà e desolazione terrena del passato, della finalmente superata più grossolana forma di contronatura dell’ideale ascetico.

Opere Complete Di Friedrich Nietzsche – 6: AL DI LÀ DEL BENE E DEL MALE – GENEALOGIA DELLA MORALE, Friedrich Nietzsche, Adelphi, p.301

Quindi un pazzo sortisce certi effetti nell’uomo? Forse sarebbe meglio chiamarlo “individuo non individuato”, non perché amiamo fare giri di parole piuttosto abbiamo pensato bene di considerare questo individuo il contenitore di tanti esseri viventi coscienti e sempre più protesi alla comprensione. Questa è solo una ricostruzione utile per la comprensione di un sostrato che non osserviamo tanto spesso, si tratta della logicità con cui schematizziamo il contesto della realtà in tutte le sue accezioni, della sacra sintassi e della insacrificabile consecutio temporum. Parliamo di strutture che anche ci ingabbiano.

Quindi questo povero “individuo non individuato” non ama farsi incasellare in categorie e strutture tipiche del mondo moderno?
In un lembo molto interessante del testo di Erasmo da Rotterdam Elogio alla follia, fa riflettere molto la valenza che può avere con cui il nostro instancabile folle mostra la sua avversione verso il mondo.

Da me è lontano ogni trucco; non simulo in volto una cosa, mentre ne ho un’altra nel cuore. Sotto ogni rispetto sono a tal punto inconfondibile, che non possono tenermi nascosta nemmeno quelli che si arrogano la maschera e il titolo della Saggezza, e se ne vanno in giro come scimmie ammantate di porpora o come asini vestiti della pelle del leone. Eppure, per accorti che siano nel fingere, le orecchie di Mida, spuntando fuori da qualche parte, li tradiscono. Ingrati, per Ercole, sono anche quelli che, appartenendo in pieno alla mia parte[…]

E. da Rotterdam, Elogio della follia, Liber Liber (E-text, 2016), p.13

La follia è quasi come un superpotere, è l’esatta espressione delle cose e la totale inaccettabilità di una realtà troppo veicolata e molto semplicistica. L’esempio della maschera trasparente fa comprendere come la dea follia sia la componente essenziale delle conoscenza che lega due amanti alla ragione come testimone ineludibile di capacità rese possibili solo immergendosi nel fiume stige della pazzia.

Quindi la follia costituisce una funzione poietica del linguaggio che a volte è arrogata alla detenzione di un titolo. Questo non significa che gli insegnanti siano completamente folli, ma lo diventano con il tempo poichè divengono essi stessi non più maestri che trasmettono ma insegnanti cioè segnatori di nozioni sparse in menti poco formate. Il poeta persiano Ǧalāl ad-Dīn Rūmī afferma che:

Se non sopporti che gli amanti siano, come folli, in ceppi e catene, perché allora abbagli gli occhi della ragione? Non farlo!

Ǧalāl ad-Dīn Rūmī, Poesie mistiche, a c. di Alessandro Bausani (Milano: BUR, 2019).p.120

Allora quell’uomo trasandato e privo di ogni ordine contenutistico e oggettuale ha in sè il seme di un amore incondizionato verso il mondo, incapace di essere abbagliato dalla ragione e poi il poeta continua dicendo:
Lascia ogni ipocrita astuzia, o amante, diventa pazzo, diventa pazzo! (ivi.p.123)
Quindi assoggettare l’amore all’astuzia di esistere furbamente tra le maglie della società rende incapace l’amante di amare?
Allora queste divagazioni sembrano essere senza ragionamento o constatazione, ma provate adesso a leggere le citazioni in modo consecutivo senza leggere i nostri commenti e vi sembrerà tutto più chiaro. se avete già finito di leggere, vi avremmo dato un accennata panoramica di come quel folle ha pensato, ovviamente lo schermo è quello della ragionevolezza quindi comprendere non significa capire, bisognerebbe conviverci con certi demoni consiglieri e legionari.
Il tempo rappresenta il primo motore dell’equità non umana, quindi il folle è contemporaneamente più personaggi, vede il tempo aprirsi davanti a sé. Egli è il vecchio il bambino e il giovane, il folle non procrastina ma concepisce gli istanti, come la calibrazione dei suoi pensieri, utili e inutili, rappresentativi e ricreativi. Sicchè nessuno è comparato alla bellezza di esistere in piani dove l’uomo è messo sul medesimo piano all’altro e quindi la morte non è più tanto il passaggio per esistere ma il passaggio di una fiaccola olimpionica che diventa più forte ad ogni “passaggio”, come se nella vita di ognuno fosse depositata la forza di tutti, per dirla in inglese un “one for all”. Il tempo è folle, perchè la qualità costitutiva delle cose come il coraggio, la sapienza e la saggezza, assomiglia alla dimensione che deposita nel tempo la virtù di narrare per passare il testimone. Il folle allora esiste tutte le volte in cui il mondo nega la sua stessa esistenza.

Il nascere del tramonto
Il cielo s'incendia,
l'aria preclude il suo respiro
e le nuvole ormai tacciono,
perché il tramonto sospira
purché la terra sorrida
di un viaggio ancora in corso
di un presagio
fuoco perenne di un'istanza
colta tra cielo e terra.

Vedere la realtà davanti agli occhi:

Sticky post

Gli occhi vedono soltanto ciò che la mente è pronta a comprendere

Henri Bergson

Nessuno si sognerebbe di sognare ad occhi aperti coinvolti al 100% in una trama, dove tu non solo stai narrando ma la tua narrazione influenza attivamente quella degli altri.

Questo è accaduto al mio personaggio Aurelio ieri immerso fin sopra la corteccia nel continuo trasformismo che opera la mente quando non modifica solo se stessa ma il pensiero attorno alla complessità del mondo. Una semplicità dei rapporti umani o viceversa. Sto ancora cercando di capirlo.

Dicevamo di questa illuminante riflessione di Bergson, questo enunciato è ciò per cui affermando o negando questa condizione vincola o lascia libera la nostra fantasia, la rappresentazione che abbiamo di noi stessi, e quei processi così semplice nella nostra mente atti a creare la coscienza.

Cosa voglio esprimere con questa considerazione?

Bisognerebbe insegnare ogni giorno a tutti che non essere se stessi può essere un’alternativa, facciamo molta attenzione: non parliamo di fuga dalla realtà.

Enarrariamo di integrità. Una persona diversa ci può insegnare tanto e completare a volte in altri casi farci riflettere su ciò che siamo e su come i nostri rapporti e comportamenti andrebbero migliorati e meglio delineati.

Il gioco di ruolo fa esattamente questo, ci rende pronti a comprendere l’impensabile accettare l’inconciliabile e anche costruire, edificare, distruggere, disintegrare, amare, unire, pensare, valorizzare e soprattuto comprendere.

Domanda sarà sempre più ricorrente dentro di me e la porterò nel cuore come la migliore delle sfide e la più indefessa delle ragioni atte a portarmi avanti.

Aurelio adesso come si comporterebbe?

Disegno a matita di Don Chisciotte

«Che il vento soffi sempre sferzante nella tua direzione, ora e per sempre»

— Aurelio Sollazzo di San Cataldo

Kymera è la fulgida rappresentazione di una piena emozione,
ero dentro il contesto con tutta la mia ragione,
ero e sono l’identico,
il simile,
il reale,
la paura e la felicità.
Il gioco di ruolo è fornace
di prospettiva e aldilà.

Podcast —> la nottola di minerva


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Gioele Pio Fragale: Un Filosofo Poliedrico

Gioele Pio Fragale: Un Filosofo Poliedrico

Background Accademico e Professionale

            Gioele Pio Fragale, con una laurea magistrale in Scienze Umanistiche dall'Università degli Studi di Catania e un Master di secondo livello in Consulenza Filosofica presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, si distingue nel campo della consulenza filosofica. La sua carriera è segnata da un impegno nell'innovazione e nell'applicazione pratica della filosofia nella vita quotidiana e professionale, collaborando con enti e associazioni per progettare percorsi educativi per persone con disabilità e promuovere il dialogo socratico e la cittadinanza attiva[1].

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    <section>
        <h2>Pubblicazioni e Contributi alla Filosofia</h2>

            Autore di "Libro presente lettura di Esopo per una dielettrica della sospensione dell’incredulità" e di articoli come "Tra cielo e volontà, descrizione poetica della realtà e motivazione della sua causa" e "Il Soggetto e la sua ombra", Fragale ha lasciato il segno nel dibattito filosofico contemporaneo, esplorando l'intersezione tra filosofia, letteratura e realtà[1].

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        <h2>Interessi e Competenze Multidisciplinari</h2>

            Fragale possiede una vasta gamma di interessi che arricchiscono la sua pratica professionale, dalla fotografia paesaggistica e di reportage, alla musica, alla scrittura poetica e scientifica. Questi interessi, insieme alle sue competenze digitali e nella gestione di progetti, lo rendono un professionista versatile e capace di dialogare con un pubblico ampio e diversificato[1].

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    <footer>
        Articolo scritto da: Gioele Pio Fragale
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Gioele Pio Fragale: Un Filosofo Poliedrico

Gioele Pio Fragale: Un Filosofo Poliedrico

Background Accademico e Professionale

            Gioele Pio Fragale, con una laurea magistrale in Scienze Umanistiche dall'Università degli Studi di Catania e un Master di secondo livello in Consulenza Filosofica presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, si distingue nel campo della consulenza filosofica. La sua carriera è segnata da un impegno nell'innovazione e nell'applicazione pratica della filosofia nella vita quotidiana e professionale, collaborando con enti e associazioni per progettare percorsi educativi per persone con disabilità e promuovere il dialogo socratico e la cittadinanza attiva[1].

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        <h2>Pubblicazioni e Contributi alla Filosofia</h2>

            Autore di "Libro presente lettura di Esopo per una dielettrica della sospensione dell’incredulità" e di articoli come "Tra cielo e volontà, descrizione poetica della realtà e motivazione della sua causa" e "Il Soggetto e la sua ombra", Fragale ha lasciato il segno nel dibattito filosofico contemporaneo, esplorando l'intersezione tra filosofia, letteratura e realtà[1].

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        <h2>Interessi e Competenze Multidisciplinari</h2>

            Fragale possiede una vasta gamma di interessi che arricchiscono la sua pratica professionale, dalla fotografia paesaggistica e di reportage, alla musica, alla scrittura poetica e scientifica. Questi interessi, insieme alle sue competenze digitali e nella gestione di progetti, lo rendono un professionista versatile e capace di dialogare con un pubblico ampio e diversificato[1].

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        Articolo scritto da: Gioele Pio Fragale
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POV di Selene Vettore

Comprensione delle Relazioni Interpersonali e dell’Amore

Comprensione delle Relazioni Interpersonali e dell’Amore

Cara Selene, il tuo nome, che richiama la dea titana della luna, e il tuo cognome, che evoca la direzionalità e la determinazione, sembrano essere in contrasto con l’esperienza che stai vivendo. Ti trovi di fronte a un individuo che sembra non sapere cosa vuole, che ti scrive incessantemente ma poi si tira indietro quando si tratta di impegnarsi. Questo comportamento può essere frustrante e confuso, ma è importante ricordare che non riflette su di te o sul tuo valore.

La Complessità delle Relazioni Interpersonali

Le relazioni interpersonali sono complesse e dinamiche, cambiano continuamente nel tempo. Queste relazioni possono essere basate su sentimenti come l’amore e l’amicizia, ma possono anche essere influenzate da una serie di altri fattori, tra cui le aspettative sociali e culturali. In questo caso, sembra che l’individuo con cui stai interagendo stia lottando con le sue aspettative e desideri, che possono essere influenzati da una serie di fattori esterni e interni1.

La Teoria Triangolare dell’Amore

La teoria triangolare dell’amore di Robert Sternberg sostiene che l’amore può essere compreso in termini di tre componenti: intimità, passione e impegno. Ogni componente manifesta un aspetto diverso dell’amore. L’intimità si riferisce ai sentimenti di vicinanza, connessione e legame nelle relazioni d’amore. La passione si riferisce alle pulsioni che conducono al romanticismo, all’attrazione fisica, al compimento sessuale. L’impegno, nel breve termine, si riferisce alla scelta della persona per cui si prova un sentimento d’amore, e nel lungo termine, al proprio impegno a mantenere vivo quell’amore2.

Conclusione

In conclusione, Selene, non lasciare che questa esperienza ti scoraggi. Continua a essere la persona forte e determinata che sei. Ricorda che meriti una relazione che rispetti e valorizzi la tua individualità. E, soprattutto, ricorda che non sei sola. Siamo tutti in questo insieme, navigando nel complicato mondo delle relazioni umane.

Prezzi e regolamenti di Udemy

Udemy è una piattaforma di apprendimento online che consente agli istruttori di creare e condividere contenuti educativi. Gli istruttori possono impostare il prezzo dei loro corsi e Udemy offre diversi livelli di prezzo[1]. Se un istruttore decide di partecipare al Programma offerte di Udemy, Udemy può generare e visualizzare un prezzo di listino specifico per il mercato che è diverso dal prezzo di riserva[1][12].

Quando un studente acquista attraverso l’app mobile, il provider della piattaforma mobile stabilisce il prezzo e Udemy sceglie il livello di prezzo più vicino al prezzo base applicabile o al prezzo promozionale[1]. Poiché le piattaforme mobili impongono le loro tariffe di conversione valutaria, le conversioni per i prezzi delle app mobili potrebbero non corrispondere alle conversioni nella matrice dei livelli di prezzo di Udemy[1].

Gli istruttori che desiderano addebitare una tariffa per i loro corsi devono prima fare domanda per diventare un istruttore premium[5]. Non c’è alcuna tariffa per creare e ospitare un corso su Udemy, e gli istruttori possono pubblicare quanti corsi gratuiti e a pagamento desiderano[9]. Udemy ha un piano di condivisione delle entrate per gli istruttori premium. Ad esempio, per le vendite che avvengono attraverso le promozioni degli istruttori, gli istruttori ricevono il 97% dell’importo netto, che è l’importo che uno studente ha pagato meno eventuali tasse o commissioni applicabili[9].

Per quanto riguarda le leggi europee e italiane, Udemy deve rispettare il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’UE, che regola il trattamento dei dati personali[16][23]. Inoltre, Udemy deve rispettare le leggi fiscali locali, che possono influenzare il prezzo finale che gli studenti pagano per i corsi[7][14].

È importante notare che Udemy ha termini di utilizzo specifici per gli istruttori[3][4][8]. Questi termini includono regole e linee guida per il comportamento degli istruttori, la creazione di corsi e la promozione dei corsi[2][6][10]. Gli istruttori devono rispettare questi termini per rimanere sulla piattaforma.

Citations:
[1] https://support.udemy.com/hc/en-us/articles/229605368-Instructors-Udemy-s-Pricing-Tiers-For-Courses
[2] https://support.udemy.com/hc/en-us/articles/229605848-Q-A-Rules-and-Guidelines
[3] https://www.udemy.com/terms/
[4] https://www.udemy.com/terms/?locale=it_IT
[5] https://support.udemy.com/hc/en-us/articles/229605668-Instructors-How-to-Set-The-Price-of-Your-Course
[6] https://support.udemy.com/hc/en-us/articles/229232927-Course-Material-Price-Rules-and-Guidelines
[7] https://support.udemy.com/hc/en-us/articles/229232707-Currencies-FAQ
[8] https://www.udemy.com/terms/instructor/?locale=it_IT
[9] https://support.udemy.com/hc/en-us/articles/229605008-Instructor-Revenue-Share
[10] https://support.udemy.com/hc/it/articles/1500009146601-Contenuti-degli-insegnanti-e-regole-di-comportamento
[11] https://www.udemy.com
[12] https://support.udemy.com/hc/it/articles/229232827-Accordi-promozionali-e-offerte-Udemy-per-gli-insegnanti
[13] https://support.udemy.com/hc/it/sections/13939360685463-Termini-e-politiche-legali
[14] https://community.udemy.com/t5/First-time-course-creation/Payment-in-EUR-and-not-in-USD-to-avoid-double-pointless/m-p/63957/highlight/true
[15] https://support.udemy.com/hc/it/articles/229606248-Calcolo-del-prezzi-dei-corsi-Udemy-FAQ-per-gli-studenti
[16] https://www.udemy.com/course/regolamentogdpr/
[17] https://support.udemy.com/hc/en-us/articles/229604248-How-to-Refund-a-Course
[18] https://support.udemy.com/hc/it/sections/206457427-Account-insegnante
[19] https://www.udemy.com/terms/privacy/?locale=it_IT
[20] https://www.unive.it/data/ajax/Titulus/download?prot=2023-UNVE000-0072405&title=decreto.pdf
[21] http://teach.udemy.com/it/publishing/price-your-course/
[22] https://www.linkedin.com/posts/alescosta_udemy-course-completion-certificate-activity-7108645780915142657-Feyf?trk=public_profile_like_view
[23] https://www.udemy.com/course/european-institute-certified-gdpr-data-protection-compliance/
[24] https://support.udemy.com/hc/it/articles/229604948-Come-diventare-insegnante-premium
[25] https://www.mutui.it/mutuando/prima-casa-giovani-calendario-da-aggiornare.html

tassello di pulitura ravvicinato, metà sinistra con vernice ossidata e metà destra pulita

“Cinque minacce per le collezioni d’arte, scopriamo come tutelarle”

Se pensate al mondo del restauro e agli imprevisti che possono danneggiare il nostro patrimonio artistico, cosa vi viene in mente?

Numerosi sono i fattori che dall’oggi al domani possono mettere a rischio l’integrità delle opere d’arte antiche, moderne e contemporanee, richiedendo interventi più o meno invasivi per metterli in sicurezza e restituirne splendore e integrità. In questo articolo, KEART ripercorre cinque danni accidentali che non vorreste mai capitassero alla vostra collezione!

Particolare pulitura di un dipinto raffigurante una Virtù dei Savoia, tassello di pulitura in corrispondenza dell'occhio

Infiltrazioni d’acqua

L’acqua è uno dei peggiori nemici delle opere d’arte. Le infiltrazioni causate da piogge torrenziali e perdite nei tetti o dalla rottura di tubazioni, ed ancora danni alle pareti magari per lungo tempo impensabili perché – lo sapevate? – spesso restano nascoste dal retro del vostro dipinto preferito e possono provocare gravi danni. L’umidità può causare la comparsa di muffe e macchie oltre a deformazioni del supporto dell’opera per cui un restauro sarà necessario per asciugare la superficie e rimediare ai danni strutturali ed estetici.

Lesioni legate al trasporto e movimentazione delle collezioni

Uno dei pericoli in agguato certamente è legato al trasporto o la movimentazione delle opere d’arte, magari durante i prestiti per esposizioni temporanee. Sbalzi termici, di umidità relativa ed esposizione a fonti luminose possono essere la causa di sollevamenti di colore e contrazioni dei supporti. Per non parlare di graffi, rotture e/o lacerazioni causate da urti accidentali se il trasportatore non è un professionista abituato a movimentare pezzi così delicati, oppure se le opere non sono state stoccate in imballaggi  idonei.

Venezia, Piazza San Marco allagata, novembre 2019 (AP Photo/Luca Bruno, www.ilpost.it)
Piazza San Marco, il 12 novembre (AP Photo/Luca Bruno)

Disastri causati da calamità naturali alle opere d’arte

Le calamità naturali, come terremoti, alluvioni o incendi, possono danneggiare gravemente le opere d’arte, un pericolo che il cambiamento climatico sta rendendo meno episodico e più sistematico, come dimostra il monitoraggio della situazione italiana portato avanti dall’Osservatorio di Legambiente Città Clima, il quale mappa il rischio climatico nelle città italiane e nel territorio, evidenziando l’impatto degli eventi climatici anche su infrastrutture e beni culturali a partire dal 2010. Per quanto riguarda i danni al patrimonio culturale nel 2021, la mappa segnala ad esempio quelli verificatisi a Napoli il 2 gennaio a causa delle intense piogge, con il crollo dell’arco borbonico sul lungomare, e i numerosi danni subiti da Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova, per i forti temporali di luglio, con grandine e raffiche di vento che hanno provocato la rottura delle finestre e danneggiato il parco. In generale, le scosse sismiche, gli incendi e le inondazioni possono distruggere archivi e collezioni di inestimabile valore in pochi minuti. Un restauro post-calamità richiede un intervento rapido per stabilizzare le opere, prevedendo un restauro effettivo in un secondo momento non emergenziale.

Deterioramento chimico, una minaccia non sempre prevedibile

Alcuni materiali utilizzati nelle opere d’arte, come vernici, leganti e pigmenti, possono subire deterioramenti chimici nel corso del tempo. Cambiando i legami molecolari, anche le caratteristiche dei materiali subiscono una mutazione e possono sbiadire, scurirsi o reagire in modo indesiderato con altri materiali, compromettendo l’aspetto e la stabilità dell’opera. Un restauratore può intervenire eliminando patine e ossidazioni, sostanze estranee o nocive per l’equilibrio dell’opera, per poi lavorare sul ripristino dei colori originali.

Uso improprio e vandalismi

Purtroppo, alcune opere d’arte possono subire danni a causa dell’uso improprio a seguito di atti di vandalismo. Graffiti, scalfitture, rotture sono solo alcuni esempi di comportamenti sconsiderati che possono danneggiare irrimediabilmente le opere d’arte. In questi casi, un restauro diventa necessario per ripristinare l’opera e riparare i danni, sperando non siano irreversibili. Le opere più a rischio? Ovviamente l’arte pubblica, esposta in piazze e contesti urbani, la street art e – solo in casi più isolati – anche alcuni capolavori all’interno di contesti museali.

Il restauro delle opere d’arte è un’arte che richiede competenza, esperienza e una profonda comprensione dei materiali e delle tecniche originali utilizzate dall’artista. Gli esperti del restauro come KEART lavorano con passione ed attenzione per preservare il valore storico e artistico delle opere d’arte e permettere alla collettività di fruire e gioire della loro testimonianza nei secoli. È importante riconoscere che i danni inaspettati possono verificarsi in qualsiasi momento, che preparazione, cura e competenza possono molto spesso diminuirli drasticamente, ma che l’intervento tempestivo di esperti è essenziale per garantire la sopravvivenza delle opere d’arte per le generazioni future.

5 modi per non capire la filosofia

In antichità sapere significa possedere il potere degli dei, nella fattispecie Euripide riporta così questa idea:

La capacità dell’uomo di contenere la conoscenza è direttamente proporzionale al modo in cui guarda le stelle in cielo, entrambe sono troppo distanti.

Euripide, libro della natura vol.3

Riavvicinamento all’Amore e Comprensione

L’essere umano, nel suo melting pot, appare distante dall’amore e dalla comprensione. L’uomo moderno deve riavvicinarsi alla sua parte infantile, cercando riposo e creatività nella scuola.

L’utilità non è un obbligo o un valore, ma uno dei principi possibili. Non sempre ciò che udiamo ci soddisfa o ci piace. L’essere umano dovrebbe pensare oltre al lavoro come vita e non farne l’unico modo per vivere meglio.

Il gap sta nel legare la nostra vita al valore del lavoro e al suo valore stesso. Siamo intrappolati in una ciclicità stagnante e autodistruttiva. Ma cosa ci facciamo di essere utili se non collaboriamo con gli altri?

Questa umanità distribuita sulla terra, cosa se ne fa delle innovazioni e del capitalismo che ha capitalizzato anche la competenza? Le emozioni dovrebbero essere il modo migliore per interagire.

Esiste un modo per capirsi: unire verità, bontà e utilità in un solo grande uomo, seguendo i setacci di Platone

Rengoku: la luce che illumina la notte

Arte segreta, purgatorio!

Introduzione

Demon Slayer è un’opera che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo, grazie alla sua storia avvincente, ai suoi personaggi carismatici e alle sue intense scene di combattimento. Uno dei personaggi più amati della serie è Rengoku Kyojuro, il Pilastro delle Fiamme.

La crescita e la crisi

Rengoku è nato e cresciuto in una famiglia di cacciatori di demoni. Il suo padre, Rengoku Shinjuro, era un famoso Pilastro delle Fiamme, e Rengoku ha sempre ammirato il suo coraggio e la sua forza. Tuttavia, quando Rengoku aveva solo 13 anni, suo padre è stato ucciso da un demone. Questo evento ha avuto un profondo impatto sul ragazzo, che si è sentito responsabile della morte del padre.

Rengoku ha deciso di seguire le orme di suo padre e diventare un cacciatore di demoni. Ha intrapreso un duro allenamento, durante il quale ha sviluppato un enorme potere e una grande capacità di combattimento. Rengoku è diventato uno dei più giovani Pilastri della storia, e ha guadagnato la fama di essere uno dei più potenti e coraggiosi cacciatori di demoni.

La relazione con i compagni

Rengoku è un personaggio carismatico e positivo, che sa ispirare e motivare i suoi compagni. È un leader nato, e i suoi compagni lo rispettano e lo ammirano.

Rengoku ha stretto un legame particolare con Tanjiro Kamado, Nezuko Kamado e Inosuke Hashibira. I quattro giovani hanno combattuto insieme contro il demone Akaza, e hanno imparato a sostenersi a vicenda nei momenti difficili.

Un eroe gentile e altruista

Rengoku è un personaggio gentile e altruista, che antepone sempre il bene degli altri al proprio. È un eroe che combatte per proteggere i più deboli, anche a costo della propria vita.

Rengoku è morto in battaglia contro Akaza, ma la sua eredità continua a vivere. Il suo esempio di coraggio e determinazione ha ispirato molti altri cacciatori di demoni, e la sua storia continuerà a ispirare i fan di Demon Slayer per molti anni a venire.

Conclusione

Rengoku Kyojuro è un personaggio complesso e affascinante, che rappresenta un esempio di come la sofferenza possa trasformarsi in forza e speranza. La sua storia è un messaggio di coraggio e determinazione, che ci insegna a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà.

La morte di Rengoku

Rengoku è morto in battaglia contro Akaza, il demone di grado superiore che ha ucciso la sua famiglia. La sua morte è stata un momento tragico per il Corpo dei Demon Slayer, ma anche un momento di grande ispirazione.

Rengoku è morto combattendo per proteggere i più deboli, anche a costo della propria vita. Il suo sacrificio ha dimostrato che la forza di un eroe non si misura solo in termini di potere fisico, ma anche in termini di coraggio, determinazione e compassione.

L’eredità di Rengoku

La morte di Rengoku ha lasciato un vuoto nel Corpo dei Demon Slayer, ma la sua eredità continua a vivere. Il suo esempio di coraggio e determinazione ha ispirato molti altri cacciatori di demoni, e la sua storia continuerà a ispirare i fan di Demon Slayer per molti anni a venire.

Rengoku, la luce che illumina la notte

Rengoku è morto, ma la sua luce continua a brillare. È una luce che illumina la notte, e che guida i cacciatori di demoni nella loro lotta contro i demoni.

La sua luce è un messaggio di speranza e di ispirazione. È un messaggio che dice a tutti noi che, anche nei momenti più bui, la luce può sempre vincere.

Vittoria e Abdul: Un’Esplorazione Reale della Cultura Indiana


Introduzione

Il film “Vittoria e Abdul” è diretto da Stephen Frears e è stato rilasciato nel 2017. La pellicola è basata su una storia vera e si concentra sul rapporto tra la regina Vittoria, interpretata da Judi Dench, e Abdul Karim, interpretato da Ali Fazal. La trama si svolge nell’ultimo periodo del regno di Vittoria, quando Abdul, un giovane indiano, viene inviato in Inghilterra per presentare un dono alla regina. Ciò che inizia come un semplice incontro si trasforma in un’amicizia profonda e in un rapporto di fiducia reciproca.

Il tema principale del film ruota attorno al significato della vita e alla ricerca di un senso oltre le convenzioni sociali e le responsabilità di un regnante. La regina Vittoria, che ha trascorso gran parte della sua vita come sovrana, si trova inizialmente insoddisfatta e infelice. Tuttavia, l’incontro con Abdul, proveniente da una cultura completamente diversa, apre nuove prospettive per entrambi i personaggi. La narrazione si concentra sulla conversazione tra Vittoria, Abdul e la cultura indiana, che arricchisce la vita della regina e la rende più significativa.

Nel corso del film, vengono esplorati i processi di identificazione e simbolici che si sviluppano tra Vittoria e Abdul, rappresentando la diversità culturale e la capacità di superare le barriere sociali ed emotive. La fotografia, le luci e la narrazione contribuiscono a creare un’atmosfera coinvolgente, mentre la sceneggiatura dinamica e frizzante mantiene un ritmo incalzante, arricchito da riflessioni filosofiche.

“Vittoria e Abdul” è un film che indaga il rapporto tra due personaggi provenienti da contesti culturali molto diversi, offrendo una riflessione sulla comprensione, sull’amore e sulla ricerca di uno scopo nella vita. La regina Vittoria, inizialmente infelice e distante, trova in Abdul non solo una guida spirituale, ma anche un amico sincero. La pellicola esplora temi universali e offre una narrazione coinvolgente, arricchita da una regia attenta e da interpretazioni di grande intensità.


Sviluppo della trama

La trama di “Vittoria e Abdul” si sviluppa intorno all’incontro tra la regina Vittoria e Abdul Karim, un giovane indiano che viene inviato in Inghilterra per presentare un dono alla sovrana. Ciò che inizia come un semplice incarico si trasforma in un rapporto di amicizia e fiducia reciproca.

Il film esplora il processo di avvicinamento tra Vittoria e Abdul, nonostante le barriere sociali e culturali che li separano. La regina, inizialmente infelice e distante, trova in Abdul una figura che la comprende e la stimola a esplorare nuovi orizzonti. Abdul, d’altra parte, è affascinato dalla cultura britannica e dalla possibilità di condividere la sua conoscenza con la regina.

Attraverso una serie di scene significative, il film mostra come Vittoria e Abdul si scambiano le loro culture e imparano l’uno dall’altro. La regina si avvicina alla cultura indiana, imparando la lingua, la cucina e le tradizioni, mentre Abdul conosce meglio la cultura britannica e diventa una sorta di guida spirituale per Vittoria.

Durante il loro rapporto, Vittoria e Abdul affrontano anche le critiche e l’opposizione da parte della corte reale e dei membri del personale di palazzo. Tuttavia, la loro amicizia rimane forte e continua a crescere nonostante le difficoltà.

La trama del film si sviluppa in modo fluido, mantenendo un ritmo coinvolgente e offrendo momenti di tensione e emozione. La sceneggiatura ben strutturata permette di esplorare i diversi aspetti del rapporto tra Vittoria e Abdul, mostrando la loro evoluzione e il loro impatto reciproco.


Temi e simbolismi

“Vittoria e Abdul” affronta una serie di temi profondi che si collegano strettamente alla trama e al rapporto tra i personaggi principali. Uno dei temi centrali del film è l’amore e la comprensione al di là delle convenzioni sociali e delle barriere culturali. La regina Vittoria, inizialmente confinata nel suo ruolo di sovrana, trova in Abdul un’anima affine che la comprende e la aiuta a scoprire nuovi orizzonti.

Il film esplora anche il tema dell’identità culturale e dell’apertura verso altre culture. Vittoria, attraverso il suo rapporto con Abdul, si avvicina alla cultura indiana, imparando le tradizioni, la lingua e la cucina. Questo processo di scambio culturale è rappresentato in modo simbolico attraverso le scene in cui Vittoria indossa abiti indiani e partecipa a cerimonie e festività indiane. Allo stesso modo, Abdul si avvicina alla cultura britannica, imparando le usanze e le tradizioni del Regno Unito.

Il film utilizza anche il simbolismo visivo per enfatizzare i temi trattati. La fotografia e le luci sono utilizzate per creare atmosfere suggestive e per sottolineare i contrasti tra le due culture. Ad esempio, le scene ambientate in India sono caratterizzate da colori vivaci e caldi, mentre quelle ambientate in Inghilterra presentano tonalità più fredde e sobrie. Questo simbolismo visivo contribuisce a creare un’esperienza visiva coinvolgente e a evidenziare i diversi contesti culturali.

La narrazione del film, inoltre, rispetta una linea continua ampliando gli orizzonti attraverso una sceneggiatura frizzante e piena di velocità. Questo stile narrativo dinamico e incalzante mantiene l’attenzione dello spettatore e permette di esplorare in modo approfondito i temi trattati.


Caratterizzazione dei personaggi

La caratterizzazione dei personaggi principali, Vittoria e Abdul, è fondamentale per la trama e per l’esplorazione dei temi trattati nel film. Judi Dench offre una performance straordinaria nel ruolo della regina Vittoria, catturando la sua complessità emotiva e la sua evoluzione nel corso della storia. Dench riesce a trasmettere la solitudine e l’insoddisfazione iniziale di Vittoria, ma anche la sua curiosità e il desiderio di scoprire nuovi orizzonti. La sua interpretazione permette di comprendere appieno il percorso di crescita e di apertura della regina.

Ali Fazal, nel ruolo di Abdul Karim, offre una performance altrettanto convincente. Riesce a incarnare la figura di Abdul come un personaggio affascinante, saggio e sincero. La sua interpretazione trasmette la curiosità e l’entusiasmo di Abdul nel condividere la sua cultura con Vittoria, ma anche la sua lealtà e il suo affetto nei confronti della regina. La chimica tra Dench e Fazal è palpabile sullo schermo, rendendo il loro rapporto credibile e coinvolgente.

Le performance degli attori contribuiscono a rendere i personaggi di Vittoria e Abdul complessi e umanamente realistici. Il pubblico può identificarsi con le loro emozioni, le loro sfide e le loro aspirazioni. La caratterizzazione dei personaggi permette di esplorare in modo approfondito i temi del film, come l’amore, la comprensione e l’identità culturale.

Inoltre, le interpretazioni di altri attori nel cast, come Eddie Izzard nel ruolo del principe di Galles e Tim Pigott-Smith nel ruolo di Sir Henry Ponsonby, contribuiscono a creare un’atmosfera autentica e a sottolineare le dinamiche sociali e politiche dell’epoca.


Analisi tecnica

“Vittoria e Abdul” si distingue per la sua eccellenza tecnica, che contribuisce a creare un’esperienza cinematografica coinvolgente e apprezzabile.

La sceneggiatura del film è ben strutturata, mantenendo un ritmo incalzante che tiene lo spettatore attento e coinvolto nella storia. La narrazione rispetta una linea continua, ampliando gli orizzonti attraverso una sceneggiatura frizzante e piena di velocità. Questo stile narrativo dinamico permette di esplorare in modo approfondito i temi trattati nel film, mantenendo l’attenzione dello spettatore.

La regia di Stephen Frears è attenta e meticolosa, guidando gli attori e creando una visione coerente del film. La sua capacità di gestire le emozioni e di creare un’atmosfera coinvolgente si riflette nelle performance degli attori e nella loro capacità di trasmettere complessità ai personaggi. Judi Dench offre una straordinaria interpretazione della regina Vittoria, catturando la sua vulnerabilità e la sua sete di scoperta. Ali Fazal, nel ruolo di Abdul, offre una performance autentica e commovente, trasmettendo la sua curiosità e il suo affetto per la regina.

Dal punto di vista tecnico, il film si avvale di una fotografia accurata e di una gestione delle luci che contribuiscono a creare atmosfere suggestive. Le scene ambientate in India sono caratterizzate da colori vivaci e caldi, mentre quelle ambientate in Inghilterra presentano tonalità più fredde e sobrie. Questo utilizzo del simbolismo visivo enfatizza i contrasti culturali e contribuisce a creare un’esperienza visiva coinvolgente.


Conclusioni

“Vittoria e Abdul” è un film che affronta temi profondi e complessi, offrendo una narrazione coinvolgente e interpretazioni di grande intensità. La trama del film, sviluppata in modo fluido e coinvolgente, si concentra sul rapporto tra la regina Vittoria e Abdul Karim, esplorando il processo di scambio culturale, crescita personale e amicizia che si sviluppa tra di loro.

Attraverso una serie di scene significative, il film mostra come Vittoria e Abdul superano le barriere sociali e culturali per instaurare un legame profondo basato sull’amore e la comprensione reciproca. La loro amicizia diventa una fonte di ispirazione per entrambi i personaggi, che trovano in essa un senso di appartenenza e un’apertura verso nuovi orizzonti.

Il film esplora anche temi come l’identità culturale e l’apertura verso altre culture. Vittoria, attraverso il suo rapporto con Abdul, si avvicina alla cultura indiana, imparando le tradizioni e le usanze. Questo processo di scambio culturale è rappresentato in modo simbolico attraverso la fotografia, le luci e la narrazione, che creano atmosfere suggestive e sottolineano i contrasti tra le due culture.

Le interpretazioni degli attori sono di grande intensità e trasmettono con efficacia le emozioni e la complessità dei personaggi. Judi Dench offre una performance straordinaria nel ruolo della regina Vittoria, catturando la sua solitudine, la sua sete di conoscenza e la sua trasformazione attraverso l’amicizia con Abdul. Ali Fazal, nel ruolo di Abdul, porta sullo schermo una combinazione di calore, saggezza e umorismo, rendendo il personaggio affascinante e autentico.

Dal punto di vista tecnico, il film si distingue per la sua sceneggiatura ben strutturata, che mantiene un ritmo incalzante e offre riflessioni filosofiche. La regia di Stephen Frears, insieme alla fotografia e alle luci, contribuisce a creare un’esperienza visiva coinvolgente e a sottolineare i temi trattati nel film.

“Vittoria e Abdul” è un film che affronta temi universali come l’amore, la comprensione e l’identità culturale. La trama coinvolgente, le interpretazioni intense, la regia attenta e la narrazione dinamica rendono il film un’esperienza cinematografica apprezzabile. “Vittoria e Abdul” offre una riflessione sulla ricerca di significato nella vita e sulla capacità di superare le barriere culturali per instaurare connessioni autentiche.

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